Your Honor


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Peter Moffat (adattamento americano)
INTERPRETI: Bryan Cranston, Hunter Doohan, Hope Davis, Sofia Black-D'Elia, Isiah Whitlock Jr., Michael Stuhlbarg, Carmen Ejogo
SCENEGGIATURA: Ron Ninio, Shlomo Moshiah, Ester Namdar (soggetto originale serie israeliana)
PRODUZIONE: King Size Productions, Moonshot Entertainment, CBS Studios
ANNO DI USCITA: 2020
STAGIONI: 2 (20x54')
PRIMA MESSA IN ONDA: Showtime
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Sky Atlantic, Now Tv
GENERE: drammatico, giudiziario, gangster

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >16
Presenza di scene sensibili: un paio di scene a contenuto sessuale (non esibito), numerose scene di violenza, utilizzo di sostanze e alcool, turpiloquio

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

Il giovane figlio di un giudice integerrimo, Michael Desiato (Bryan Cranston, già protagonista di Breaking Bad), uccide in un incidente il figlio minore di un noto gangster di New Orleans. Il giudice tenta di trovare ogni soluzione possibile per proteggerlo e impedire che finisca nel mirino della banda criminale, dando il via a una serie di equivoci, inganni e sotterfugi che lo spingono ben oltre il crinale della legalità, in un continuo scontro tra giustizia, moralità e affetti.
Remake di una serie israeliana, la versione Usa rimane molto fedele all’originale, ripercorrendo la dinamica del thriller giudiziario, dove alla ricerca del colpevole si sostituisce la tensione costante del protagonista nel proteggere il figlio da una possibile ritorsione mafiosa.
Il rapporto fra padre e figlio è il vero centro della storia, insieme all’eterno problema della giustizia umana (e divina) che si scontra con la potenza dei legami affettivi, talmente forti da ribaltare perfino la legge morale.

 

 

Approfondimento

Quello di Michael Desiato per il figlio Adam è un amore viscerale, quasi ossessivo. E’ pronto a tutto pur di preservarlo, non solo dal pericolo di essere ucciso, ma in fondo dalla vita stessa. Da poco orfano di madre, Adam vive in un mondo ovattato dove il padre tenta di risparmiargli qualunque ulteriore trauma, senza peraltro accorgersi che il figlio non è affatto un ingenuo.
Eppure questo continuare a volerlo bambino e attaccato a sé, questo non volerlo mettere davanti alle proprie responsabilità, non fa altro che affossare il figlio ancora di più. Incapace di guardare la vita da uomo, o da ragazzo con un uomo accanto che lo introduca nell’esistenza, Adam finirà solo per cadere in rovina, psicologica e concreta.
Da parte sua Michael, uomo di principi saldi in una società corrotta, sarà costretto ad andare contro di sé, autoconvincendosi che l’amore non sia mettere l’altro davanti alla verità, ma saper tacere, anzi nasconderla a ogni costo in nome dell’amore stesso.

L’affetto in nome della giustizia o la giustizia in nome dell’affetto?

Invano cerca di mentire per deviare il destino del figlio, e preservarlo dalla vendetta terribile del padre della vittima, un boss mafioso senza scrupoli né umanità. Ma l’archetipo ancestrale di Abramo che sacrifica Isacco viene posto al centro della storia come immagine di un Dio spietato che si prende gioco degli uomini, altra faccia di una giustizia che in nome di sé stessa chiede al singolo di sacrificare tutto: pena la rovina della propria esistenza.
E’ uno scontro senza fine, che a seconda delle diverse culture può radicalmente veder ribaltato ogni punto di vista: l’affetto in nome della giustizia o la giustizia in nome dell’affetto? Davvero non c’è una risposta univoca: diverse società affrontano diversamente la questione; le risposte variano perché lo stesso concetto di giustizia e affetto/relazione non è sempre ugualmente interpretato e vissuto.

Un prodotto interessante che apre a molteplici piani di riflessione

In questa versione USA è evidente come Dio sia lontano e distante: tutto è lasciato alla forza del singolo, qualunque errore si paga, e non si può fuggire alla legge, se non con l’annientamento di tutto ciò che si ha di caro.
Manca del tutto il concetto di misericordia, e di provvidenza, che potrebbe spingere il protagonista a confidare nella redenzione dell’errore commesso dal figlio e chissà, per qualche atto fortuito di libertà, anche nel perdono degli uomini.
Your Honor riesce ad affrontare problematiche serie e profonde, in un contorno sociale che denuncia differenze razziali ancora molto sentite e una diffusa corruzione che lentamente mina dal di dentro gli organi della stessa giustizia.
E’ un prodotto interessante che apre a molteplici piani di riflessione, con un cast dignitoso e un protagonista intenso e vero, capace di portare lo spettatore al cuore del suo dramma personale. Un intreccio pieno di tensione e colpi di scena, con qualche caduta sul finale, ma che tutto sommato vale la pena di seguire fino in fondo.

Ilaria Giudici

Temi di discussione:

  • Razzismo;
  • Rapporto padri e figli, padri iperprotettivi/troppo presenti o sempre assenti;
  • Giustizia e interesse personale, onore, corruzione, morale, religione.