The Right Stuff. Uomini veri


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Mark Lafferty
INTERPRETI: Patrick J. Adams, Jake Mc Dorman, Colin O’Donoghue, Eloise Mumford, Shannon Lucio, Patrick Fischler, Eric Ladin.
SCENEGGIATURA: Patrick J. Adams, Jake Mc Dorman, Colin O’Donoghue, Eloise Mumford, Shannon Lucio, Patrick Fischler, Eric Ladin.
PRODUZIONE: Appian Way, Warner Horizon Television, National Geographic Studios
ANNO DI USCITA: 2020
STAGIONI: 1 (8x45'-50')
PRIMA MESSA IN ONDA: Disney+
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Disney+
GENERE: storico, avventura

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): per tutti
Presenza di scene sensibili: nessuna

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

Tratto dall’omonimo romanzo di Tom Wolfe (in italiano La stoffa giusta), che aveva ispirato un celebre film di Philip Kaufman del 1983, The right stuff. Uomini veri è la storia dei sette astronauti che parteciparono al programma Mercury della Nasa, con l’obiettivo di mandare il primo americano nello spazio. La storia prende le mosse dai passi iniziali del programma, nel 1959, con la selezione dei sette astronauti, e si snoda nei due anni successivi, fino al lancio, il 5 maggio del 1961. Un periodo in cui tra i sette si creano rapporti complessi, non privi di profondi dissidi e rivalità, acuite dalla presenza sempre più invadente dei media, che seguono passo passo le loro gesta.
Il pregio principale della serie sta proprio nella possibilità che offre di ripercorrere queste prime tappe, poco note al grande pubblico, che portarono negli anni successivi ai traguardi più significativi della corsa allo spazio, con lo sbarco dell’uomo sulla Luna. La serie punta i riflettori su questa parte di storia spesso dimenticata fornendo una ricostruzione accurata del clima di un’intera epoca, in piena Guerra Fredda, con accenni agli episodi più critici del periodo, come la crisi scatenata dall’invasione americana della Baia dei Porci a Cuba.
Si tratta nel complesso di un prodotto dallo stile classico, rivolto a un pubblico famigliare, basato su un solido impianto narrativo, anche se privo di particolari guizzi di regia o di sceneggiatura.

 

Approfondimento

La serie, strutturata in 8 episodi da circa un’ora l’uno, ha come showrunner Mark Lafferty, con Leonardo Di Caprio tra i produttori esecutivi.
The right stuff fornisce una ricostruzione storica interessante e accurata, com’è nello stile di National Geographic, ma la narrazione procede in modo piuttosto convenzionale, soprattutto quando la scena si sposta sulle vicende personali dei piloti in lizza per il pionieristico volo solitario e delle loro mogli. Al centro c’è la rivalità tra John Glenn (Patrick J. Adams), il prototipo del bravo ragazzo, molto religioso e con una famiglia modello, che si sente il predestinato a essere il primo americano nello spazio, e l’inquieto Alan Shepard (Jake McDorman), donnaiolo, egocentrico, sicuro di essere il migliore, ma sempre a un passo dal rovinare tutto per la propria impulsività. Gordon Cooper (Colin O’Donoghue, già visto in C’era una volta , come altri componenti del cast) è il più giovane del gruppo ed è il terzo personaggio il cui carattere viene approfondito, mentre gli altri quattro sono descritti con poche pennellate. Di lui sappiamo che è separato e tenta di ricostruire il suo matrimonio per guadagnarsi quella rispettabilità sociale essenziale per far parte della missione Nasa. La moglie Trudy, lei stessa pilota di grandi capacità, accetta di riallacciare la relazione, anche se non mancheranno i problemi, dovuti soprattutto all’incapacità di Gordon di accettare al suo fianco una donna con legittime ambizioni personali, cosa impensabile negli Stati Uniti degli anni Sessanta.

L’attenzione media sulla missione spaziale “Mercury 7”

Più efficace è il racconto del clima politico e culturale del periodo, con il tentativo di John Glenn di sensibilizzare Washington sull’importanza della missione o con il progetto di una spedizione spaziale tutta al femminile. I “Mercury 7”, come erano stati ribattezzati, assunsero ben presto il ruolo di autentici eroi nazionali, possibili artefici di una storica rivincita capace di far dimenticare i successi spaziali dell’Unione Sovietica in piena Guerra Fredda. Nei due anni di preparazione alla missione la loro vita era stata oggetto di un’attenzione spasmodica da parte dei media, con un giornalista di Life in servizio permanente al loro fianco per documentarne le gesta. The right stuff dà conto di questa trasformazione dei protagonisti in vere e proprie star e del carico emotivo che ne deriva. Emblematica la scena del giovane giornalista che si finge operaio di un’azienda di traslochi per carpire informazioni sulla vita privata di Cooper.

Un prodotto di alto livello sulla corsa alla spazio degli anni ’60

La serie è stata accolta con una certa freddezza dalla critica americana, che l’ha vista come una riedizione, tutto sommato inutile, del film di Kaufmann e dei tanti prodotti televisivi e cinematografici che hanno ritratto le leggendarie tappe della corsa allo spazio. Certamente The right stuff, non presenta elementi particolarmente innovativi, né dal punto di vista della sceneggiatura né della regia. Tuttavia è un prodotto di alto livello, che si occupa di una storia appassionante, raccontata con toni pacati, mai eccessivi o volgari (e sarebbe stato possibile, basti pensare alla condotta piuttosto disinvolta degli astronauti lontani dalle mogli). Se non riesce sempre a creare un pieno coinvolgimento nelle vicende dei personaggi (la cui descrizione risulta piuttosto schematica e poco approfondita) è in grado di suscitare interesse per la storia e il suo sviluppo. Nel sottrarsi alla logica dell’estremo, del “pugno nello stomaco”, The Right Stuff si rivolge a un pubblico familiare, che riesce ad apprezzare una narrazione lontana dallo stile prevalente oggi.

Stefania Garassini

Temi di discussione

  • L’ambizione – legittima – di compiere una grande impresa, che incide in modo negativo sul carattere dei personaggi;
  • Le prime tappe dell’evoluzione del ruolo della donna nella società;
  • Il ruolo sempre più rilevante dei media nell’influenzare l’opinione pubblica.