The Night Agent


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Shawn Ryan
INTERPRETI: Gabriel Basso, Luciane Buchanan, Hong Chau, Fola Evans-Akingbola, Sarah Desjardins, Eve Harlow, Fenice Raei, Enrique Murciano, D. B. Woodside, Ben Cotton
SCENEGGIATURA: Shawn Ryan, Munis Rashid, Seth Fisher, Corey Deshon, Imogen Browder, Tiffany Shaw Ho, Rachel Wolf
PRODUZIONE: MiddKid Productions, Exhibit A, Project X Entertainment, Sony Pictures Television Studios
ANNO DI USCITA: 2023 – in corso
STAGIONI: 1 (10x45-55')
PRIMA MESSA IN ONDA: Netflix
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: thriller, azione

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >14
Presenza di scene sensibili: violenza diffusa, talvolta cruenta; un paio di rapide sequenze sessuali; turpiloquio.

Peter Sutherland è un giovane agente del FBI. Figlio del defunto Peter Sutherland Sr., pubblicamente considerato un traditore, Peter Jr. è tenuto in sospetto a sua volta: nonostante i suoi meriti, il suo unico compito è quello di compilare carte in un sotterraneo della Casa Bianca, mentre sorveglia nottetempo un telefono che non suona mai. È il telefono usato da «Night Action», programma segreto di controspionaggio. Una notte, arriva uno squillo: a parlare è una terrorizzata Rose Larkin, i cui zii, poco prima di venire uccisi, le hanno ordinato di digitare quel numero. È così che Peter e Rose scoprono che quella telefonata li ha appena catapultati in una cospirazione che minaccia la sicurezza degli Stati Uniti.
Basato sull’omonimo romanzo di Matthew Quirk, The Night Agent è sì un classico thriller politico, denso di rivelazioni e di minacce letali; e mette sì a tema la ricerca della verità e il confronto col mistero del male, com’è tipico (sebbene implicito) della detective story e dei generi a lei affini. Ma è qualcosa di più: è la storia di un uomo, erede di un padre controverso e orfano di una nazione irriconoscente, per il quale inseguire verità e giustizia è, contestualmente, una ricerca di figliolanza.  

 

 

Approfondimento 

 

Peter ha subito una multipla ingiustizia: dopo aver sventato, all’inizio della storia, un attacco terroristico, non solo non se ne vede riconosciuto il merito, ma viene sospettato di esser coinvolto lui stesso nella congiura. Viene così retrocesso e lasciato con una reputazione in frantumi. Il mondo lo crede il contrario di quel giovane cavalleresco che lo spettatore riconosce subito in lui. Tanto cavalleresco da non comportarsi da vittima, ma da continuare a servire lo Stato, anche se da un’invisibile scrivania.

Il voltafaccia degli Stati Uniti nei confronti dei suoi figli

Analoga è la sorte di Rose, giovane CEO di un’impresa di sicurezza informatica, su cui ricade la responsabilità – pena il licenziamento – di non aver saputo contrastare un improvviso attacco hacker. A favorire la reciproca intesa tra i due, oltre all’incarico a lui assegnato di proteggere la nipote di due agenti uccisi, è la comune condizione di chi ha subito un sensazionale e immeritato voltafaccia. È tipico del (dolente) mondo di The Night Agent l’essere scaricati: chi da un’istituzione, chi dalla propria azienda, chi dall’opinione pubblica (complici, in quest’ultimo caso, la superficialità della stampa e degli utenti del web). Gli Stati Uniti in cui vivono Peter e Rose sono una nazione che abbandona e defrauda i suoi figli, orfani di promesse tradite.

L’amore e la stima di pochi come motore per muoversi nel mondo

Non per nulla, nel corso della loro (clandestina) indagine sulla cospirazione che li ha risucchiati, Peter coltiva un anelito di rivalsa, in cerca di un’occasione per smentire quanti si sbagliano sul conto di suo padre e sul suo, così da riconquistare il proprio posto nel mondo. Ma non è questa la strada che The Night Agent ha pensato per lui: se, in fondo, lo scopo di Peter è quello di essere compreso e riconosciuto da ogni singola persona, non manca tuttavia chi gli domanda se quel che davvero occorre siano il consenso e la gratitudine universali o la stima di quanti lo amano. «Vuoi vedere il buono nelle persone, perché speri che così le persone vedano il buono in te», gli fa notare Rose: il che, oltre a ridursi ad un problema di rinomanza, rischia anche di essere una perdita di tempo, dato che il mondo in cui vivono non perdona nulla e – anzi – si affanna cercare il colpevole.
Per sentirsi nuovamente accolti nel mondo, perché questo cessi di sembrare un luogo ostile e torni ad essere abitabile, basta l’amore di alcuni, se non di uno solo. Solo coloro che ci amano, suggerisce il racconto, ci conoscono per davvero. Non ultimo perché loro soltanto, là dove ci si fosse effettivamente macchiati di una colpa, sono in grado di oltrepassarla.
A questo sembra voler condurre la vorticosa trama di The Night Agent: il problema essenziale della vita è l’essere figli. Più che un mondo che ti dia quello che vuoi, occorre qualcuno che ti ami, così che tu dia al mondo quello che vorresti offrirgli tu.

Marco Maderna

 

Temi di discussione

  • L’essere figli come condizione per essere uomini;
  • Cosa occorre per trovare il proprio posto nel mondo;
  • La differenza tra l’avere una buona reputazione e l’essere amati.