The Chosen: l’Ultima Cena


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Dallas Jenkins
INTERPRETI: Shahar Isaac, Jonathan Roumie, Elizabeth Tabish, Paras Patel
SCENEGGIATURA: Tyler Thompson, Dallas Jenkins, Ryan Swanson
PRODUZIONE: Loaves and Fishes, Angel Studios, Out of Order
ANNO DI USCITA: 2019 – in corso
STAGIONI: 5 (4 complete e disponibili in streaming, la quinta in arrivo in streaming a giugno)
PRIMA MESSA IN ONDA: sul sito https://watch.angelstudios.com/thechosen e sulla app dedicata
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: sul sito angelstudios, su diverse piattaforme in streaming, tra cui Amazon Prime Video, su Youtube e in diverse altre piattaforme a seconda del Paese
GENERE: storico-religioso

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: nessuna

CONSIGLIATA DA ORIENTASERIE

Approfondimento episodio 1 e 2 della quinta stagione.

Trovate le recensioni delle stagioni precedenti qui e qui.

 

In attesa di vedere tutti gli otto episodi in streaming, i primi due episodi della quinta stagione di The Chosen sono stati programmati in anteprima al cinema. Proprio come nel caso della precedente stagione, The Chosen: l’Ultima Cena intensifica i toni drammatici della narrazione. Il racconto sulla figura di Gesù, sempre più intimo e introspettivo, continua a sottolineare il peso emotivo che grava sul Messia. La narrazione riprende le fila dalla fine del quarto episodio: Gesù, a un passo dal fare il suo ingresso a Gerusalemme, viene accolto da una folla commossa e trionfante che ne celebra l’arrivo, ma viene anche messo in guardia su quanto sia pericoloso varcare quella soglia.

 

Un’interpretazione credibile e dolorosa

Un conflitto reso evidente dalle espressioni e dall’interpretazione di ampio respiro di Jonathan Roumie. L’attore, profondamente cattolico, è ormai maturo e credibile e ogni suo gesto, sguardo o movimento sottolinea il dramma che affligge Gesù, le emozioni e le paure taciute e soffocate, la determinazione e l’accettazione del mistero, il calore umano ma anche il dolore che sfocia in rabbia. Sempre più vicino all’ingresso, Gesù appare turbato da alcune visioni, si perde nei suoi pensieri, vede i segni del mistero imminente e quelli che porteranno al caos e, mentre chi è più attento riconosce sul suo volto i segnali dell’angoscia, chi è troppo preso dalla celebrazione non riesce a cogliere la drammaticità degli eventi.

 

Un racconto imperniato attorno al momento dell’Ultima Cena

La narrazione, sviluppata nell’arco della Settimana Santa, approfondisce alcuni aspetti iconici di questi sei giorni – la glorificazione del Figlio, la corruzione e il rovesciamento dei tavoli nel tempio, il futuro rinnegamento di Pietro, i dubbi di Giuda, ma è “L’ultima Cena” del titolo a farsi centrale. Ogni episodio si apre difatti con un frammento del discorso che Gesù fa ai suoi discepoli, mentre ci e si prepara ad andare incontro al suo destino. Una scelta stilistica precisa che contribuisce a intensificare malinconia e tensione, ma che crea anche un diretto legame tra gli insegnamenti di Gesù e gli eventi della Settimana Santa.
Fatta eccezione per Maria Maddalena e Giovanni, i soli a essere visibilmente terrorizzati dalle implicazioni delle parole di Gesù, gli altri discepoli si mostrano sereni e ignari, incapaci, ancora una volta, di cogliere il vero significato di quanto sta accadendo. Se il primo episodio approfondisce il tema delle parole di Gesù e mostra l’inquietudine di un percorso umano dove si oscilla tra gioia e sofferenza, conforto e dolore, il secondo lascia persino emergere la rabbia e la delusione causata dalla corruzione, dall’oppressione, dall’avidità, dal potere, ma soprattutto la fragilità umana evidente nella relazione di Gesù stesso con i suoi discepoli, uomini che si dicono pronti a morire e predicare la Sua parola, ma che saranno presto afflitti da ansia e smarrimento.

 

Un prodotto con alcuni limiti, ma che ha dato vita a un vero e proprio fenomeno

La quinta stagione di The Chosen è intensa e intima, non priva di difetti e limiti, come una evidente lentezza in alcuni passaggi e flashback che spesso creano confusione, ma resta un prodotto raro nel panorama televisivo odierno. La serie, nata in sordina e finanziata da pochi mezzi, è ormai cinematograficamente maestosa e attenta alle scenografie, alla fotografia, alla scelta della musica, alle interpretazioni e allo sviluppo di personaggi ben sfaccettati. Tutti elementi che contribuiscono a intensificare il valore di un racconto in grado di incuriosire, intrattenere, di attirare a sé 280 milioni di spettatori e generare, a oggi, 900 milioni di visualizzazioni totali.