CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE
(trovate la recensione delle stagioni precedenti qui e qui).
The Bear, anche nella sua terza stagione, conferma l’alto livello formale e la capacità di trattare temi profondi in modo mai banale che aveva conquistato il pubblico nelle prime due.
Lo chef Carmy Berzatto – per la cui interpretazione Jeremy Allen White ha vinto il terzo Golden Globe consecutivo – continua a dirigere caparbiamente, tra mille difficoltà, il suo nuovo ristorante.
Ma la cucina è, come nelle stagioni precedenti, un microcosmo dove ognuno dei protagonisti si ritrova ad affrontare i problemi e le sfide decisive della sua vita. Tutti i personaggi hanno esistenze piuttosto complicate e spesso domina l’impressione che quel vorticoso agitarsi tra i fornelli sia in fondo vano e un vero cambiamento in meglio non sia possibile. Invece alla fine tutto si evolve in modi spesso inaspettati. Ed è proprio questo uno dei pregi maggiori della serie: parlarci della possibilità che ognuno ha, sempre, di migliorarsi, di aspirare a una forma di perfezione in quello che fa. E l’enfasi sul cucinare è un modo per dire anche molto altro. Come spiega uno chef anziano a Carmy in uno dei molti flashback che rievocano gli inizi della sua carriera, “cucinare significa accudire le persone”, e ogni giorno bisogna cercare di farlo lievemente meglio di quello precedente, con cura e attenzione ai dettagli, perché, ed è lo slogan del ristorante, “ogni secondo conta”.
Ma il miglioramento di cui parla The Bear 3 non è soltanto una sterile rincorsa della perfezione individuale. Ciò che la serie ci dice, in particolare in questa terza stagione, è che chiunque, anche la persona più sgangherata, può salvarne un’altra, come nel magnifico episodio 6, nel quale Tina, licenziata dalla sua azienda, con enormi problemi economici, reduce dall’ennesimo colloquio di lavoro andato male, si ritrova a mangiare nella paninoteca di Michael, fratello di Carmy. Il ragazzo, non certo risolto ed equilibrato, s’interessa realmente a lei, la ascolta, come nessuno dei suoi possibili datori di lavoro aveva fatto, e alla fine le offre un posto nel locale. O come la nevrotica madre di Carmy, Donna, (magistralmente interpretata da Jamie Lee Curtis), che si ritrova da sola a dover aiutare la figlia Nathalie nel momento del parto, e con i suoi improbabili consigli alla fine riesce ad alleviarle il dolore, in un’altra bellissima scena di questa terza stagione, decisamente da non perdere.
Stefania Garassini
Temi di discussione