Silo


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Graham Yost
INTERPRETI: Rebecca Ferguson, Rashida Jones, Daavid Oyelowo, Common
SCENEGGIATURA: (tratto dai romanzi di Hugh Howey)
PRODUZIONE: Mimir Films, Nemo Films, AMC Studios
ANNO DI USCITA: 2023-in corso
STAGIONI: 1 (10x43-62')
PRIMA MESSA IN ONDA: Apple TV+
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Apple TV+
GENERE: drammatico, fantascienza, mistery

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: alcune scene di violenza

In un futuro imprecisato, diecimila persone vivono in un enorme silo sotterraneo, una grigia colata di cemento che si estende in profondità per 144 piani. Nessuno può uscire, nessuno può entrare e non si sa perchè. Le rigide regole della comunità vietano infatti ogni forma di contatto con l’esterno, per proteggere la popolazione, si dice, da un pericolo sconosciuto. Solamente attraverso una lunga finestra nella caffetteria, allestita all’ultimo piano, si può contemplare il mondo là fuori, un paesaggio spoglio e desolato, post apocalittico, e questo è quanto. La verità infatti è sepolta da generazioni negli abissi della memoria collettiva, dopo che ogni traccia della storia dell’umanità è stata cancellata a causa di una rivolta – il cui lontano ricordo si confonde ormai con la leggenda – e ogni tentativo di scavare nel passato viene perseguito dalla legge e, nei casi più gravi, punito severamente.
In questo contesto vanno in scena le storie di alcuni personaggi che nelle prime due puntate si avvicendano, uno dopo l’altro, come i componenti di una staffetta, nella corsa per la scoperta della verità. Nel silo infatti, sono tante le domande senza risposta: perché è stato costruito il silo? Perché non si può uscire? E il resto dell’umanità, che fine ha fatto? Ma soprattutto: perché è vietato porsi tutte queste domande?

Approfondimento 

La  serie inizia raccontando la storia dello sceriffo Houston e di sua moglie Allison, che lavora nel reparto informatico. La coppia sta cercando di avere un figlio dopo aver ricevuto l’autorizzazione dalle autorità a concepire. Nel silo infatti le nascite sono strettamente controllate tramite dispositivi contraccettivi impiantati nell’utero di ogni donna, per preservare l’equilibrio demografico.
Ma il tempo passa, il figlio non arriva e nella donna inizia a insinuarsi il dubbio che qualcuno non voglia che lei riesca a procreare…
Da questo desiderio di maternità ingiustamente frustrato, parte una spirale di eventi che produce una scia di sangue e ingiustizie…
Nei primi episodi assistiamo alla  rapida uscita di scena di alcuni dei personaggi principali che per un motivo o per un altro si sono messi sulle tracce della verità. Alla fine del secondo episodio arriva finalmente il turno della protagonista della serie, Juliette Nichols (Rebecca Ferguson), un abile meccanico che lavora nei piani bassi al generatore che fornisce l’energia all’intero silo.
La donna, dopo aver perso a sua volta il proprio compagno in circostanze misteriose, si ritrova suo malgrado a prendere il posto dello sceriffo. La posizione migliore per scoprire la verità e fare giustizia…

Un silo dantesco

Se Juliette è il personaggio più importante al centro della trama, non è sbagliato sostenere che il vero protagonista della serie è proprio il silo (da cui anche il titolo) con i suoi misteri, le  regole e i rituali civili, assimilati e accettati dalla popolazione dopo secoli di passiva accettazione.
I cittadini infatti sembrano da una parte soggiogati dalla paura delle severe punizioni, dall’altra invece sono annichiliti dalla rassicurante organizzazione del silo, e non sembrano voler correre il rischio, opponendosi al potere, d’inceppare il meccanismo perfetto di una società in cui ognuno ha un posto ben definito e tutto sembra funzionare pressoché alla perfezione.
Dietro a questo equilibrio apparente però si celano secoli di segreti e bugie che hanno prodotto uno scenario orwelliano, molto simile visivamente e anche concettualmente, a un inferno dantesco. La struttura infatti è metaforicamente costituita da un susseguirsi di gironi di anime, che si protende verso il centro della terra, una gabbia che protegge dal presunto pericolo esterno ma anche incatena e separa dalla verità e dalla libertà…

Amore e verità

La vicenda raccontata ha se vogliamo risvolti epici – soprattutto per l’importanza della posta in gioco – e Juliette pare quasi una figura biblica, chiamata a guidare il suo popolo fuori dalla schiavitù del silo. La prospettiva di questo esodo ideale, intreccia l’interesse particolare dei protagonisti, dettato dalla storia personale e dagli affetti di ciascuno, con il bene di tutta la comunità che deve essere liberata.
Nel percorso che porta a questa meta, si scontrano e si confrontano due grandi temi, universali e sempre attuali: quello della sopravvivenza e quello del progresso della specie umana. Da una parte la necessità e l’utilità di un’organizzazione politica, sociale ed economica che permetta a ogni individuo di sostentarsi e di avere una vita dignitosa, dall’altra il cammino che ogni gruppo di persone, e per esteso l’umanità tutta, deve fare per raggiungere una pienezza esistenziale e con essa, la verità. Tra questi due fuochi che nella serie sono spesso in conflitto tra di loro, i personaggi si ritrovano a dover fare scelte anche dolorose che raccontano le tante sfaccettature in cui viene declinato il più alto dei sentimenti, che è l’amore: quello tra due innamorati, quello filiale, quello per il genere umano.

Gabriele Cheli

 

Temi di discussione

  • Quale è il prezzo della libertà?
  • La difficoltà di vivere relazioni autentiche;
  • è sempre giusto conoscere tutta la verità (su persone e situazioni)?