Shōgun


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Rachel Kondo, Justin Marks
INTERPRETI: Hiroyuki Sanada, Cosmo Jarvis, Anna Sawai, Tadanobu Asano, Takehiro Hira, Tommy Bastow, Fumi Nikaido
SCENEGGIATURA: Maegan Houang, Rachel Kondo, Justin Marks, Emily Yoshida, Shannon Goss, Matt Lambert, Caillin Puente
PRODUZIONE: Gate 34, Michael De Luca Productions, FX Productions
ANNO DI USCITA: 2024
STAGIONI: 1 (10x53/70’)
PRIMA MESSA IN ONDA: FX, Hulu
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Disney+
GENERE: dramma storico, avventura

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >16
Presenza di scene sensibili: scene di violenza anche efferata, suicidio, turpiloquio, scene a contenuto sessuale e di nudo.

La serie-kolossal targata FX porta in scena l’omonimo libro del 1973 di James Clavell, riproponendo sullo schermo quell’aura di mistero che avvolge il lettore sin dalla prima pagina. Ambientata nel Giappone del XVII secolo, la trama si concentra sull’incontro e lo scontro di due mondi diversi. Seguiamo le vicende di John Blackthorne (interpretato da Cosmo Jarvis), un coraggioso marinaio inglese naufragato in Giappone, dove sarà profondamente colpito da una cultura inizialmente incompresa e disprezzata ma che, nel corso delle puntate, imparerà ad ammirare e a calare nella sua vita. A lui si affianca Lord Toranaga (interpretato da Hiroyuki Sanada), un astuto, potente, machiavellico daimyō (un signore feudale giapponese), al centro di inganni e macchinazioni per il controllo prima della capitale politica Kyoto e successivamente dell’intero Giappone. A fungere da ponte tra i due mondi è Lady Mariko (interpretata da Anna Sawai), una nobile giapponese convertitasi al cattolicesimo, fidata consigliera di Lord Toranaga.
Come nel romanzo, lo spettatore assume il punto di vista di John Blackthorne, scoprendo duramente, poco alla volta, la lingua, la vita, le tradizioni e lo spirito della misteriosa terra del Sol Levante del 1600.

 

 

Approfondimento 

È necessariamente il punto di vista del marinaio inglese quello scelto per la narrazione degli eventi, trattandosi del più vicino a un pubblico prevalentemente occidentale. Insieme a lui, gli spettatori scoprono un mondo nuovo, talvolta crudo e brutale, con valori e regole molto diversi dai nostri. Il concetto di “cultura dominante ed eurocentrica” perde completamente di significato davanti a una cultura altrettanto antica e raffinata, quella del Giappone del 1600, che chiama Blackthorne e i suoi “Gaijin” (termine utilizzato per esprimere, con un certo disprezzo, lo straniero, il non-giapponese).

 

L’incontro/scontro tra mondi diversi

 

Il tema del razzismo giapponese verso gli europei (e viceversa) e il dualismo tra l’essere e l’apparire sono quindi i temi principali della serie. Vengono presentati due popoli che si incontrano, per affari e religione, e che coesistono in uno stesso spazio territoriale, ma senza mai integrarsi davvero. Tale dualismo permane nel cuore dei personaggi, che possono essere cristiani e allo stesso tempo profondamente giapponesi, pronti a seguire le tradizioni locali come il seppuku (l’antico rituale suicida tipico dei samurai), se richiesto dal loro daimyō.
La stessa religione cristiana è a sua volta divisa internamente tra cattolicesimo (rappresentato principalmente dal personaggio di Padre Martin Alvito) e protestantesimo (rappresentato dallo stesso Blackthorne). Tale suddivisione non serve tanto a mettere in scena divergenze di interpretazione teologica, quanto piuttosto uno scontro tra interessi molto più terreni. Il cattolicesimo, nello specifico, diventa il mezzo con cui affermare il proprio potere e rivendicare l’esclusività di commercio con il popolo giapponese. Ad esempio, due dei cinque Reggenti locali si professano cattolici, abbracciando di fatto anche la cultura europea, ma la loro conversione è dettata principalmente dal desiderio di arricchirsi commerciando con la Nave Nera dei Portoghesi (nave che fa la spola da Macao portando beni che vengono venduti in Giappone).

 

Una serie curata e attenta ai dettagli

 

Caratteristica distintiva della serie è una cura quasi maniacale dei dettagli, che vanno dal cerimoniale di corte, alla moda dell’epoca, al vocabolario più corretto da usare nei vari contesti sociali. Quest’accuratezza è stata resa possibile grazie alla regia di un ottimo Hiroyuki Sanada, regista attento e scrupoloso, e alla scelta di scritturare la maggior parte degli attori e delle maestranze che hanno lavorato alla serie direttamente tra i professionisti giapponesi, al fine di garantire una maggiore autenticità e di facilitare l’immersione dello spettatore nell’atmosfera e nel periodo storico rappresentato. Un’altra decisione che va nella stessa direzione è stata quella di mantenere gran parte della recitazione in lingua originale.
Dal momento che la serie è stata distribuita da Disney+ – che dal 2019 si differenzia da altri competitor, primo tra tutti Netflix, per la scelta di abbandonare il binge watching in favore del rilascio di un episodio alla settimana, seguendo il vecchio modello televisivo – FX ha saggiamente creato una serie di contenuti paralleli (soprattutto video online) per mantenere alto l’interesse e non lasciare “a digiuno” gli spettatori tra una puntata e l’altra. Ad esempio, i vari “The Making of” mostrano gli affascinanti “dietro le quinte” della creazione di un kolossal, mentre i podcast e le interviste con i creatori della serie permettono di immergersi nelle ricerche intraprese per rendere la serie la più accurata possibile da un punto di vista storico. In un’epoca in cui gli spettatori sono abituati ad avere tutto e subito e in cui l’interesse divampa e si spegne inevitabilmente pochi giorni (o addirittura ore) dopo l’uscita di un nuovo contenuto, Shōgun va quindi controcorrente. Il risultato non è dunque l’ennesima epica portata sullo schermo al mero scopo di intrattenere, ma l’invito a entrare in un mondo lontanissimo dal nostro, i cui rituali, valori e tradizioni ci aiutano tuttavia a comprendere qualcosa di più della natura umana.

 

 

Cassandra Albani

Temi di discussione:

  • Razzismo e integrazione culturale.
  • Il dualismo tra l’essere e l’apparire.
  • Onore e Religione.