Pachinko


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Soo Hugh
INTERPRETI: Yu-na Jeon, Minha Kim e Youn Yuh Jung
SCENEGGIATURA: Soo Hugh e Theresa Kang
PRODUZIONE: Blue Marble Pictures, A Han Bok Dreams Production e Media Res
ANNO DI USCITA: 2022
STAGIONI: 1 (8x50')
PRIMA MESSA IN ONDA: Apple Tv+
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Apple Tv+
GENERE: period drama/saga famigliare

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >16
Presenza di scene sensibili: sporadiche scene di turpiloquio e violenza

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

La parola Pachinko in coreano indica un particolare gioco di slot machine molto diffuso in oriente e che si basa esclusivamente sulla fortuna, sul fatto che la sorte conduca l’esito della partita in una direzione propizia. È su questa base tematica che si innesca – arricchendola – “La moglie coreana” sottotitolo italiano di questa serie, tratta dal libro omonimo di Min Jin Lee.
Un racconto sinfonico, epico e dal grande respiro, girato in tre lingue – giapponese, coreano e inglese – che mette al centro una narrazione che si dipana in settant’anni di storia (dagli inizi del Novecento con l’occupazione giapponese della Corea fino al 1989) e racconta l’evoluzione di una famiglia (e, sullo sfondo, di una società) avendo come perno la matriarca Sunja. È solo una bambina quando, dopo la prematura scomparsa del padre con cui aveva un legame profondo e un’affinità elettiva, Sunja parte dalla Corea del Sud a inizio Novecento, in piena occupazione giapponese, per seguire un grande amore e trasferirsi in Giappone, dove gli immigrati coreani (i zainichi) come lei sono oggetto di pesanti discriminazioni e soprusi. La donna, insieme al marito, i figli e i cognati, sopporta enormi difficoltà, resistendo a una vita di grandi sacrifici e che mette a dura prova la loro tempra tenace. L’ultima generazione – la quarta – raccontata nella serie è quella del nipote di Sunja, Solomon, che alla fine degli anni Ottanta ha trovato importanti occasioni lavorative in America. La donna è il fil rouge che unifica il racconto, una storia che si muove con grazia e chiarezza tra differenti piani temporali e tiene insieme con naturalezza elementi narrativi più storico/culturali con la capacità di raccontare con delicatezza e poesia una storia intima e al contempo universale.

 

 

Approfondimento

Pachinko è una serie davvero magistrale, sotto diversi punti di vista. Lo è nel merito del racconto poiché riesce a tratteggiare con precisione e poesia la vita di una famiglia dalla prospettiva di quattro generazioni che l’attraversano. Protagonisti mossi da desideri, esigenze, speranze e opportunità di vita molto diverse tra loro, che devono tutti qualcosa alle generazioni che li hanno preceduti, alle scelte e ai sacrifici compiuti nell’ottica di offrire una prospettiva migliore a chi verrà dopo di loro. Lo è dal punto di vista della profondità tematica ovvero dei valori e dello sguardo che la serie sceglie di adottare, mettendo al centro la vita di una donna – Sunja – che conosciamo quando è bambina, legatissima al padre da cui mutua la fiducia nel genere umano e il desiderio di preservare la bellezza, per poi seguirla nella sua vita adulta, negli snodi della sua relazione amorosa che diventa famiglia fino ad arrivare alla vecchiaia della donna e al rapporto speciale con uno dei nipoti, emigrato negli Stati Uniti a lavorare in una banca d’affari.

Lo spettro di cambiamento di una vita

C’è una costante contrapposizione – efficace esteriormente e allo stesso tempo narrativamente risolta – che tiene insieme la Sunja degli inizi, bambina che pesca con il padre, e la Sunja nonna che cucina nella villa di famiglia per il ritorno del nipote. In questa scelta narrativa, come in molte altre che la serie compie, vediamo riassunto tutto lo spettro di cambiamento, l’arco evolutivo e di vita che la donna compie, l’intensità esistenziale che ha sperimentato e compiuto per giungere dov’è ora. E infine Pachinko è una serie magistrale anche dal punto di vista estetico. L’enorme sforzo produttivo si traduce in una messa in scena impeccabile, in una regia curatissima e capace di tenere insieme nitidezza e lirismo, di restituire non solo un’estetica cangiante ma anche il sentimento profondo di una terra e di un popolo.

Una storia così lontana ma che ci riguarda tutti

Un Oriente lontano dalla nostra cultura e sensibilità estetica che si fa prossimo nella resa emotiva e sottilmente empatica di molte scene. Ci si immerge in un tempo e in un luogo altro, diverso da sé, ma si ha da subito la percezione di avere a che fare con una storia che ci riguarda tutti, profondamente. In fondo la grande storia di Sunja accoglie lo spettro delle vite delle nostre famiglie, delle generazioni di genitori, nonni e bisnonni che ci hanno preceduto e che, con le loro scelte, hanno direzionato per sempre e in modo decisivo il corso delle nostre vite. Pachinko in questo senso è anche una serie sul valore della memoria, sull’importanza di conoscere da dove si viene per dare valore a dove si ha la possibilità di andare. Arriverà una seconda stagione; abbiamo qualcosa per cui vale la pena attendere.

Gaia Montanaro

Temi di discussione:

  • Il valore del sacrificio e delle scelte individuali nell’ottica di una prospettiva generazionale più grande.
  • L’importanza della memoria come bussola per conoscere da dove si viene e per direzionare il proprio presente.
  • L’importanza di salvaguardare la propria identità e le proprie origini.