Poster della serie TV Nobody Wants This – 2

Nobody Wants This – 2

Qualità generale:
Qualità educativa:
IDEATORE: Erin Foster
INTERPRETI: Kristen Bell, Adam Brody, Justine Lupe, Timothy Simmons, Jackie Thon, Stephanie Faracy, Tovah Feldshuh, Paul Ben-Victor
SCENEGGIATURA: vari
PRODUZIONE: 20th Television, Fatigue Sisters Productions, Levitan Productions, Mr. D Productions, 3 Arts Entertainment, Dunshire Productions, Double Wide Productions, Jenni Konner, BEK Industries
ANNO DI USCITA:
STAGIONI: 2 (20x21-30')
PRIMA MESSA IN ONDA: Netflix
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: commedia, sentimentale
Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >14
Presenza di scene sensibili: riferimenti sessuali; una breve sequenza sessuale; turpiloquio.

Trovate la recensione della stagione precedente qui.

Noah e Joanne sono ancora una coppia. Coppia innamorata, ma a dir poco eccentrica. Lui è un sincero e premuroso rabbino; lei l’agnostica, femminista e frizzante conduttrice di Nobody Wants This, irriverente podcast a base di schietta conversazione sulle relazioni. Il loro rompicapo è tuttora irrisolto: come approdare alle nozze, dato il loro divario culturale e – soprattutto – religioso? Come accompagnarsi l’un l’altra nel reciproco cambiamento, senza obbligarsi a rinnegare parti di sé?
Anche se (in parte) meno umoristicamente efficace della prima, la seconda stagione di Nobody Wants This non smarrisce la propria strada: Noah e Joanne sono ancora gli improbabili ma sensibili amanti conosciuti nei precedenti episodi. Due amanti che riescono ancora a coinvolgere lo spettatore nella loro singolare avventura.

 

 

 

 

Approfondimento 

 

«La luna di miele è finita. Ora inizia la vera relazione». Con queste parole s’inaugura quanto, a dire il vero, era in atto già nella prima stagione: vale a dire il racconto dei singoli passi che una coppia, lungi dal potersi accontentare del solo slancio sentimentale, è chiamata a compiere se vuole avere successo. Una paziente opera di collaborazione, che in Nobody Wants This si svolge all’insegna, più che del compromesso, dello scambio. Noah e Joanne cercano infatti di evitare la soluzione più semplice: quella di derubricare l’ebraismo di Noah a convenzione sociale o familiare, così da favorire l’eventuale conversione di lei (riducendola a formalità) o da rendere la fede di lui liberamente adattabile al loro rapporto. Non che i due non accarezzino mai ipotesi simili: ma è una strategia che, in fin dei conti, stenta a soddisfarli, poiché equivale a imporsi a vicenda di essere qualcun altro. Per loro, amarsi implica il non privare l’altro del suo ineludibile essere altro: amare non è possedere.

 

La vera alternativa

Altra cosa è invece lo scambio: il trovare, l’uno nella cultura dell’altra, elementi preziosi per sé. Elementi che sembrano approfondire, precisare e completare qualcosa che, forse senza saperlo, si è sempre cercato. Ciò è vero soprattutto nel caso di Joanne, che fa tesoro tanto della sapienza rabbinica di Noah, quanto del silenzioso cambiamento (inavvertitamente) innescato dal suo tempo trascorso in compagnia della comunità ebraica.

Sembra proprio che Nobody Wants This non vada scambiato per un racconto sull’incontro-scontro tra conservatorismo e progressismo. L’appellativo di «conservatore» non si confà del tutto ad uno come Noah; e anche il termine «progressista» non riveste sempre il significato comunemente inteso. Men che meno il primo versante viene necessariamente descritto come una mortificante prigione, o il secondo come garanzia di libertà riconquistata, in grado di far sentire chiunque a casa propria. La vera alternativa in gioco è un’altra: per Noah e Joanne si tratta di capire come essere integralmente veri con sé stessi, senza oscurare nulla.

 

Uscire dall’adolescenza

Nel caso specifico di Joanne, il cammino di coppia è anche l’occasione di un definitivo e autentico ingresso nella vita adulta: «Ho passato tutta la mia vita a non voler diventare adulta. Fino ad oggi. Invece ora anch’io voglio scegliere le lampade, anch’io voglio essere ossessionata dai miei figli […]. Tutte queste cose che prima disprezzavo, adesso io le voglio».

A tracciare la differenza tra un’eterna adolescenza e la maturità vera è innanzitutto la consapevolezza che amore fa rima con responsabilità e non con disimpegno. Come afferma Noah (a proposito delle ipotetiche, future nozze): «Il matrimonio può essere tosto […]. Non è come a scuola, dove puoi cambiare ogni anno se non sei felice». E, consapevole che si tratta di un affare «tosto», la serie prova a dar voce anche a quanto può legittimamente intimorire, disincentivare dal coinvolgersi in una promessa di amore duraturo.

Noah e Joanne non si arrestano sulla soglia di quel che l’altro è già predisposto a capire o accettare: anzi, ardiscono mettere piede proprio in quel territorio dove sanno di potersi imbattere in resistenze ed obiezioni. Si tratta dello stesso ardimento, discreto ma convinto, che già nella prima stagione li rendeva una coppia mitemente e delicatamente temeraria.

 

L’audacia del rischio

Nobody Wants This non è comunque privo di considerazioni incoerenti o discutibili, né di svolte narrative perlopiù fantasiose, figlie della lunga tradizione della commedia romantica. Tradizione cui gli spettatori sono avvezzi da tempo: ciononostante, gli autori hanno il pregio di riuscire – per ora – a mantenere nascosto il possibile approdo finale.

Un pregio dovuto anche all’aver rinunciato alla soluzione più sbrigativa, a favore di una ben più intrepida scalata: quella di considerare la religione (e la specifica identità culturale che ne deriva) non come ostacolo o insidia alla vita in comune, ma come possibile risorsa.

Come sostiene Noah, prima ancora che riferirsi all’ultraterreno, la fede è connaturata al rapporto col mondo presente. Essa è chiaramente al di là dei «piani che facciamo»; e tuttavia «qualche volta le cose più belle della vita sono quelle che non avevamo programmato». È lo stesso Noah che evidenzia l’impossibilità di azzerare ogni rischio, tanto nella vita quanto, specificamente, in amore. Il rischio è connaturato alla capacità stessa di fare esperienza: nell’annullare l’uno, ci si preclude l’altra. E la fede è strettamente imparentata con entrambi: include la disponibilità ad abbandonare una pianificazione per accettare un invito che non era preventivato.

E anche se «nobody wants this», anche se «nessuno lo vuole», anche se molti preferirebbero fare a meno dell’audacia di tale rischio, Noah e Joanne scelgono di non indietreggiare. Non è nel loro stile arrestarsi sulla soglia.

 

 

Marco Maderna

Tematiche educative:

  • L’amore come opera di collaborazione, di sostegno al cambiamento reciproco;
  • La differenza tra amore adolescenziale e responsabilità adulta;
  • La fede e il rischio come condizione per fare esperienza.

Trailer Nobody Wants This – 2