Sì, questa è proprio una storia d’amore ma sui generis. Love Life è una commedia romantica in dieci episodi da trenta minuti ciascuno (su Netflix è uscita da poco la seconda stagione) con protagonista Anna Kendrick nei panni di Darby Carter. La serie antologica segue Darby nell’arco di quindici anni, dal suo arrivo a New York, e mette a tema il percorso amoroso della ragazza che, attraverso una serie di relazioni fallimentari (una per episodio) arriva a riconoscere il vero amore. Il concept del racconto è semplice e molto immediato, ma la realizzazione è tutt’altro che semplicistica. Nell’inanellarsi degli episodi, Darby compie un reale percorso di crescita e maturazione, cerca di non replicare gli errori del passato e si chiarisce via via cosa desidera e carca per sé in una relazione (e cosa invece non vuole e considera deleterio). Lo fa affrontando le tappe – piccole e grandi – tipiche della sua generazione: la ricerca di un’affermazione lavorativa, il rapporto con la maternità, con i genitori e i non detti in sospeso, l’affrontare relazioni a distanza, o con uomini appartenenti ad un ceto sociale diverso dal suo o ancora avventure amorose di una notte. Attraverso le varie relazioni che affronta, capisce quali siano le sue fragilità emotive (nella fattispecie: il fatto di credere di non meritare l’amore degli altri e di essere sempre bisognosa di ricevere un riconoscimento dall’esterno). Sarà un viaggio di consapevolezza, a tratti anche doloroso, ma raccontato sempre con un tono leggero, fresco e brillante.
New York è lo sfondo perfetto per questo racconto dell’amore ai tempi moderni. Come già altre serie hanno rappresentato (una tra tutte Modern Love), Love Life affronta un tema assolutamente universale come quello delle relazioni amorose scegliendo un taglio di racconto peculiare e coinvolgente. Darby incarna a pieno lo zeitgeist: una ragazza carina che arriva nella Grande Mela per frequentare l’università, cerca di farsi largo nel mondo professionale dell’arte (prima lavorando in un museo, poi in una casa d’aste), vive con due coinquiline – un’asiatica tormentata e disinibita che lavora nel mondo della musica ed è fidanzata con un ragazzo ebreo e una lesbica dalla vita tranquilla – e affronta relazioni con uomini molto diversi tra loro.
È interessante soprattutto osservare che la tipologia di ragazzi con cui sceglie di accompagnarsi negli anni si modifica molto per caratteristiche a seconda delle fasi della vita che Darby sta affrontando e delle esperienze passate che ha vissuto. Così, ad esempio, la prima relazione messa in scena è quella con un ragazzo asiatico gentile e colto che però ad un certo punto ha una grande occasione professionale che sceglie di seguire (subordinando quindi l’aspetto affettivo a quello lavorativo in quel momento della vita). Darby poi – con il cuore spezzato per quel ragazzo che davvero sembrava perfetto – sceglie di imbarcarsi in una relazione con un uomo più maturo anagraficamente, divorziato e che – sulla carta – dovrebbe offrirle più sicurezze prospettiche. Ma ciò non si dimostra affatto scontato. Il viaggio amoroso di Darby, quindi, è di fatto un viaggio di maturazione della sua persona, di consapevolezza riguardo alla persona che è e che vuole diventare e, in senso traslato, di quanto le relazioni e gli incontri personali che facciamo permettano di orientare e svelare alcuni tratti della propria personalità (e in qualche caso mostrarci cosa desideriamo davvero, sotto la superficie delle cose e gli schemi che magari ci siamo costruiti). È in questo senso preziosa anche la puntata che la serie dedica al rapporto di Darby con sua madre e di come l’esperienza della maternità avvicini le generazioni ed in qualche caso ribalti i ruoli. La vita amorosa di Darby – Love Life – diventa quindi non tanto (e non solo) la vita delle sue relazioni con i vari uomini che si sono susseguiti ma più in generale la sua vita affettiva, il rapporto sempre più sintonico che riesce ad avere con la sua capacità di amare e di volere bene, fosse ad un uomo o ad un’amica, la sua maturità nel prendersi cura di chi condivide con lei la vita. In un viaggio non senza cadute o false partenze ma che, come ogni viaggio, si capisce nel suo senso profondo solo alla fine.
Gaia Montanaro
Temi di discussione