Cosa succede quando una ragazza brillante, ma goffa e insicura, viene catapultata sotto i riflettori e si ritrova improvvisamente popolare? È questa la domanda da cui nasce Geek Girl, serie tv ispirata all’omonimo bestseller di Holly Smale, che esplora con leggerezza e ironia il viaggio di una giovane “geek” nel mondo patinato della moda.
Harriet Manners, sedici anni, si distingue per la sua intelligenza e il suo entusiasmo per tutto ciò che è fuori dall’ordinario, qualità che la rendono “diversa” dai suoi coetanei. È anche maldestra e impacciata, il bersaglio ideale per le prese in giro dei compagni di scuola, che la etichettano come geek, “strana”, “diversa”. Persino il suo zaino porta la scritta “geek”, un marchio che sembra definirla in ogni momento e che lei stessa rivendica. Un giorno però la sua vita prende una piega inaspettata: viene notata da una prestigiosa agenzia di moda, che la trasforma in un’affascinante modella.
La serie, composta da dieci episodi di circa mezz’ora ciascuno, è l’adattamento del romanzo d’esordio di Holly Smale, un bestseller young adult pubblicato nel Regno Unito nel 2013 e tradotto in diverse lingue (in Italia da Il Castoro). Il successo del libro ha dato vita a una serie di volumi successivi.
A differenza di molte altre storie di formazione, in Geek Girl la protagonista non persegue il suo sogno di bambina. Harriet, infatti, non ha mai mostrato interesse per la moda, un mondo che sente distante e che appartiene piuttosto alla sua migliore amica Nat, appassionata e talentuosa con stoffe e tessuti. Catapultata in una realtà che le è estranea, Harriet si trova a dover affrontare sfide che mettono alla prova le sue relazioni e il suo equilibrio emotivo.
Il mondo della moda, infatti, si rivela ben presto accompagnato da sfide e difficoltà. Harriet, pur riuscendo a liberarsi dai bulli della scuola, deve affrontare gli “squali” dell’ambiente, pronti a metterla in difficoltà e a escluderla al primo errore. Per fortuna, può contare sull’appoggio della sua famiglia, su Wilbur, un mentore eccentrico ma affettuoso, e su Nick, il modello più famoso del momento, che sembra diventare più di un semplice amico…
A differenza di molte altre serie tv rivolte agli adolescenti, Geek Girl si distingue per il suo tono positivo e non presenta tematiche particolarmente problematiche.
La storia di Harriet Manners riprende un topos narrativo classico: la trasformazione da brutto anatroccolo a splendido cigno. Tuttavia, in Geek Girl questa metamorfosi non si limita all’aspetto fisico, ma si intreccia con il tema della rivalsa sociale. È un sogno che molti adolescenti outsider possono condividere: passare dall’essere oggetto di prese in giro a conquistare l’attenzione e l’ammirazione di tutti. La serie esplora questo cambiamento, mostrando come Harriet affronti le sue fragilità e insicurezze, rimanendo però sempre fedele a sé stessa.
La serie attualizza il libro, pubblicato dieci anni prima, introducendo temi moderni come il cyberbullismo, che amplifica le dinamiche di esclusione e derisione attraverso i social media. Harriet, narratrice fuori campo, racconta la sua storia in modo personale e diretto, riprendendo la tradizione della letteratura young adult in prima persona, che facilita l’immedesimazione del pubblico con il personaggio principale.
Come Harriet spiega nell’incipit del primo episodio: “Ho sempre cercato di essere invisibile e di integrarmi. So di avere un cervello diverso da tutti gli altri. Ma se vuoi davvero cambiare la tua vita, devi distinguerti.” Harriet è quel tipo di studentessa che finisce sempre nell’ufficio del preside, non per essere ripresa, ma elogiata. È la classica “secchiona”, che si entusiasma per un video in rete sui dinosauri, che è curiosa e ama studiare e imparare cose nuove, ma che – a sua detta – ha “inesistenti capacità sociali”.
Nonostante i cambiamenti che la travolgono, Harriet non perde di vista ciò che per lei conta davvero: il rapporto con la sua famiglia, l’amicizia con Nat e i valori che la definiscono. Il suo interesse per Nick, affascinante modello di successo, aggiunge una sfumatura romantica alla storia, soddisfacendo le aspettative di genere. Nick, d’altra parte, si rivela un personaggio più profondo di quanto appaia a un primo sguardo: pur lottando con le pressioni legate alla sua immagine pubblica, mostra un’affinità autentica con Harriet, che va oltre l’aspetto fisico. Per esempio, più di chiunque altro, è in grado di aiutarla a gestire l’ansia in modo concreto.
Un altro aspetto positivo della serie è rappresentato dalla famiglia di Harriet. Orfana di madre, Harriet vive con un padre che condivide la sua goffaggine, e con la “matrigna” Annabel. Quest’ultima rappresenta un’interessante inversione dello stereotipo fiabesco della matrigna cattiva: rigida e amante del controllo, sì, ma anche premurosa e profondamente legata ad Harriet, tanto da rappresentare una figura educativa solida e presente.
Nonostante gli aspetti positivi, Geek Girl presenta tuttavia alcune ingenuità narrative. Harriet, per essere considerata il “brutto anatroccolo” del liceo, appare fin troppo graziosa e simpatica, rendendo poco credibile il bullismo che subisce. Allo stesso modo, la decisione dell’agenzia di moda di sceglierla a tutti i costi, nonostante le sue evidenti difficoltà a adattarsi a quel tipo di ambiente, sembra poco giustificata. Per finire, il suo percorso di crescita appare fin troppo lineare, privo di ostacoli davvero significativi, con un ritmo narrativo che in alcuni punti rallenta fino a diventare prevedibile. Per esempio, il fatto che Nick sia immediatamente attratto da Harriet, ancor prima della sua trasformazione in modella, da un lato sottolinea un aspetto positivo: la sua attrazione si basa sulla vera Harriet, autentica e spontanea. Dall’altro, però, risulta poco realistico, considerando che lei è la stessa ragazza presa di mira da tutti, inclusi i più popolari della scuola.
Inoltre, come spesso accade nelle commedie, alcuni personaggi (per esempio l’agente di moda Wilbur) risultano macchiettistici e stereotipati, incarnando ruoli poco realistici. Questo aspetto, pur essendo coerente con il target e lo stile della serie, ne limita la profondità emotiva.
Ad ogni modo, pur con i suoi limiti, Geek Girl si distingue dalle narrazioni cupe o estreme tanto in voga ultimamente all’interno del genere del teen drama, proponendo un intrattenimento leggero e positivo, privo di eccessive pretese.
Eleonora Fornasari
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