Doc – Nelle tue mani


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Francesco Arlanch, Viola Rispoli
INTERPRETI: Luca Argentero, Matilde Gioli, Gianmarco Saurino, Sara Lazzaro
SCENEGGIATURA: Francesco Arlanch, Viola Rispoli
PRODUZIONE: Lux Vide, Rai Fiction
ANNO DI USCITA: 2020-in corso
STAGIONI: 3 (48x50')
PRIMA MESSA IN ONDA: Rai1
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Rai Play
GENERE: drammatico, medico

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: alcune scene di tensione

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

Ispirato alla storia vera di Pierdante Piccioni, ex primario dell’Ospedale Maggiore di Lodi, Doc – Nelle tue mani è un medical drama riuscito che, dopo il grande successo di Braccialetti rossi, riporta nella tv italiana il mondo dell’ospedale.
La serie racconta la storia di Andrea Fanti (Luca Argentero), primario di medicina interna brillante ma cinico che, dopo essere stato ferito alla testa dal padre di un suo ex paziente morto a causa di un errore medico, dimentica in toto gli ultimi dodici anni della sua vita. Risvegliatosi dal coma, Andrea scopre che lui e la sua amatissima moglie Agnese (Sara Lazzaro) sono separati da otto anni, che la figlia maggiore Carolina è ormai una studentessa universitaria fredda e distante e che il figlio minore Mattia è morto dieci anni prima per un arresto cardiaco. Dopo lo shock iniziale, Andrea deve fare i conti con la sua nuova vita, povera non solo di ricordi ma anche di affetti, che lui stesso ha contribuito ad allontanare negli anni precedenti. Tuttavia, dopo lunghe riflessioni, Andrea decide di rimanere a lavorare in ospedale, non più come primario ma come una sorta di tuttofare agli ordini di quei colleghi che era abituato a rimproverare e a denigrare…
Tema centrale di Doc sono le seconde possibilità. Per Andrea, l’incidente, il coma e la perdita della memoria sono l’occasione per tornare indietro nel tempo, fare tabula rasa e riscoprire il valore di ciò che ha perso: il rapporto con sua moglie e sua figlia; l’affetto (e non solo la stima puramente professionale) dei suoi colleghi; la vocazione stessa alla base del suo lavoro, smarrita nel corso degli ultimi anni in cui spesso, erroneamente, si era ritrovato a mettere la malattia davanti al malato. Al di là di questo nucleo forte, la fiction affronta una molteplicità di temi molto diversi e mescola sapientemente toni drammatici e comici. Il risultato è un prodotto molto stratificato, in grado di suscitare l’interesse di un pubblico molto ampio (come testimoniano gli altissimi ascolti delle puntate) e che ben si presta a una visione in famiglia.

 

 

Approfondimento

La messa in onda delle prime otto puntate di Doc è coincisa con un momento storico molto particolare, che, se da un lato ha rallentato inevitabilmente la produzione (la seconda parte della serie è stata infatti rinviata all’autunno, a causa dell’emergenza sanitaria), dall’altro ha riunito davanti allo schermo un gran numero di persone, che l’hanno trovata coinvolgente e in grado di suscitare riflessioni profonde non solo sul periodo attuale.

Un campionario di umanità accomunata dal bisogno di essere ascoltata

I protagonisti di Doc sono infatti un gruppo di medici, impegnati quotidianamente nel difficile compito di salvare vite umane e comprendere le ragioni alla base del malessere fisico o psichico (spesso più intrecciati di quanto non si creda) dei loro pazienti. C’è il ragazzo che si sottopone a sfide pericolose per raccogliere soldi per aiutare la fidanzata incinta, l’uomo che ha contratto un’infezione ma non vuole ammettere come l’ha presa per non dover confessare alla moglie che è stato licenziato, l’influencer che sperimenta sulla sua pelle le conseguenze nefaste di una mastoplastica additiva realizzata al risparmio… Insomma, nel fittizio Policlinico Ambrosiano di Milano sfila un campionario vastissimo di umanità, afflitta da problemi diversi, ma accomunata da un unico, vero bisogno: quello di essere ascoltata e compresa.
In un modo sicuramente accattivante e “leggero”, adatto a un pubblico generalista, la serie affronta una molteplicità di temi molto interessanti, molti dei quali riguardano la deontologia stessa dell’essere medico: dove sta il vero “bene” del paziente? Fin dove è lecito spingersi per curarlo? Cosa succede se il giuramento di Ippocrate mi impone di salvare una persona che, in qualsiasi altra circostanza, sarei tentato di uccidere? È possibile stringere con il paziente un rapporto umano, magari anche di amicizia?

Una lotta contro i propri demoni e contro la morte

Oltre alle storie dei pazienti e a quella personale e professionale di Andrea, impegnato a recuperare non tanto il suo lavoro o la sua posizione di prestigio, quanto l’affetto e l’amore di sua moglie e sua figlia, nel microcosmo del Policlinico si intrecciano molte storyline secondarie, che riguardano i medici e i tirocinanti che lavorano nell’ospedale: c’è Giulia, ex specializzanda di Andrea con il quale, nei mesi precedenti all’incidente, aveva intessuto una relazione che il protagonista ha ormai dimenticato; c’è Alba, costretta a scegliere una specializzazione diversa da quella che davvero la interessava per evitare di incontrare quotidianamente la madre, chirurgo, e rischiare di metterla in imbarazzo; c’è Riccardo, che cela a tutti un segreto che solo Andrea conosce, ma di cui non ricorda nulla…
Insieme, giorno dopo giorno, questo gruppo di persone diversissime discute, si scontra e lotta strenuamente contro un nemico comune: la morte. Tutto per riuscire a dirle, ancora una volta (come anticipato da Luca Argentero in un videoclip che prefigura i prossimi episodi),“non oggi”.

 

Stagione 2

Dal 13 gennaio al 10 marzo 2022 va in onda su Rai1 la seconda stagione di Doc – Nelle tue mani, il medical drama targato Lux Vide che è stato uno dei maggiori successi della scorsa stagione televisiva. Nelle nuove puntate ritroviamo il frenetico tran tran del Policlinico Ambrosiano di Milano, con qualche personaggio nuovo e tutti (o quasi) i protagonisti che gli spettatori hanno imparato ad amare nel corso della prima stagione: il doc Andrea Fanti, che lotta per ritornare primario ed evitare che il suo reparto di medicina interna venga smantellato; l’ex moglie e direttrice sanitaria Agnese, che tenta faticosamente di conciliare il lavoro con la complessa esperienza della maternità di un bambino in affido; la figlia Carolina, che fa i conti con un segreto che la tormenta; i dottori, gli specializzandi e gli infermieri, ciascuno alle prese con le difficoltà di tornare a una vita post Covid.

Affrontare la vita post-Covid

Doc ha fatto la scelta coraggiosa e niente affatto scontata di portare il Covid all’interno della serie. Ecco allora che, dopo la prima puntata – in cui assistiamo ai primi segnali che qualcosa di grave sta per accadere – veniamo catapultati nel mondo immediatamente successivo alla pandemia (ad esclusioni di alcuni flashback e di un episodio, “Cane blu”, ambientati proprio durante la prima ondata), in cui i personaggi si muovono spaesati, mentre tentano di rielaborare l’accaduto e di fare i conti con quanto successo. C’è chi ha commesso errori, chi è fuggito davanti all’immensità del problema da affrontare, chi non ce l’ha fatta, chi ha perso qualcuno che amava. L’appunto che si potrebbe fare è che, in alcuni episodi, la somma del “caso” di puntata (la malattia o il problema medico che i nostri devono curare) e delle linee narrative relative al post Covid può risultare un po’ troppo drammatica e lontana da quella leggerezza che tanti spettatori cercano in una fiction di prima serata. Ma a Doc va riconosciuto il merito – così come hanno fatto alcune serie americane, prima tra tutti This is us – di non aver ignorato l’immenso elefante della cristalleria, ma di aver trovato un modo di raccontarlo che può fornire al pubblico un’occasione in più per rielaborare quanto accaduto negli ultimi due anni.

Cassandra Albani

 

Temi di discussione:

  • Il diritto a una seconda occasione, sempre, per tutti;
  • L’importanza di guardarsi dentro e riconoscere ciò che conta davvero, prima che sia troppo tardi;
  • La bellezza e la fatica di una professione, quella del medico, schierato quotidianamente contro la malattia e la morte.