Creature grandi e piccole – Un veterinario di provincia


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Ben Vanstone
INTERPRETI: Nicholas Ralph, Samuel West, Anna Madeley, Callum Woodhouse, Rachel Shenton, Diana Rigg, Patricia Hodge, Matthew Lewis
SCENEGGIATURA: Ben Vanstone, Debbie O’Malley, Chloë Mi Lin Ewart, Lisa Holdsworth
PRODUZIONE: Playground Entertainment
ANNO DI USCITA: 2020 – in corso
STAGIONI: 2 (14x45-60')
PRIMA MESSA IN ONDA: Channel 5
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: NowTV
GENERE: racconto di formazione, love story, commedia

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: alcuni dettagli chirurgici negli episodi 1x06, 2x02 e 2x06

CONSIGLIATA DA ORIENTASERIE

Yorkshire, 1937. Il giovane James Herriot lascia Glasgow per il remoto villaggio di Darrowby, dov’è assunto come assistente alla clinica del veterinario Siegfried Farnon. La sua prima esperienza lavorativa lo mette subito alla prova: la pur incantevole campagna non conosce gli agi della città; gli animali in cura non sono (solo) domestici e da compagnia, ma da fattoria e indispensabili alla sopravvivenza; il dottor Farnon è burbero e scontroso come pochi. Ma la vera sfida – il giovane apprendista lo impara presto – non sono gli animali, bensì i loro padroni. Nel curare il bestiame occorre aver cura degli esseri umani; e, nel farlo, il veterinario si fa medico di sé stesso.
Basato sui libri autobiografici dello stesso James Herriot (pseudonimo di James Alfred Wight), Creature grandi e piccole è, oltre che un racconto di formazione, il personale cantico delle creature del suo protagonista. Cantico che, con molta (auto)ironia, ha come nucleo non la meraviglia del paesaggio o della sua fauna, ma per quegli strani e buffi esseri che sono le persone.

 

Approfondimento 

 

Se Siegfried Farnon non è certo il capo che un lavoratore alle prime armi sogna di avere, il novellino Herriot può tuttavia vantare di essere un allievo infaticabile, un combattente nato. La prima, apparente, incompatibilità tra i due, può essere così superata: se Farnon è l’esperta mente, Herriot è l’indomabile anima. Tuttavia Siegfried ha molti spigoli da limare e la sbadataggine di James non è poca. A questa si aggiunge l’indolenza del fratello di Siegfried, Tristan, aspirante veterinario ma incorreggibile perdigiorno. A cercar di far collaborare quest’improbabile e buffo trio – in cui Siegfried è come un padre severo, James e Tristan sono come due ragazzini spauriti – è la governante Mrs. Hall, che vive sotto il loro stesso tetto.

 

Curare gli altri per guarire se stessi

Di tutti i malati – animali o umani –, i tre medici sono quelli più cronici: e se per guarire una vacca o far partorire una cavalla occorrono strumenti o (spesso) mani nude, per evitare che a deperire sia una persona, occorre di più. A giudicare dalle prime due stagioni, a serpeggiare è il principio che un uomo vada amato, sempre e comunque. Anche quando non lo merita, se non soprattutto quando non lo merita: solo così è possibile il suo recupero, innescare in lui un cambiamento. In altre parole, occorre che una persona sia amata perché diventi amabile (e non il contrario).

 

L’essere umano non come ostacolo, ma come risorsa

È così che il quartetto James-Siegfried-Tristan-Hall può evitare di ridursi a una disfunzionale accozzaglia di individui e diventare un’autentica squadra: a beneficiarne sono non solo i diretti interessati, ma la clinica stessa e i suoi clienti. Difatti, se è vero che il primo problema non sono gli animali ma gli esseri umani, è pur vero che quegli stessi esseri umani, lungi dall’essere un mero ostacolo, sono la prima risorsa su cui scommettere. Come detto espressamente nel corso della serie, il segreto di una clinica raccomandabile e funzionante non sono tanto un ambulatorio attrezzato o la competenza degli addetti, ma le persone.

Per fare un medico (un veterinario), per formare un valente professionista, bisogna fare l’uomo.

 

Marco Maderna

 

Temi di discussione

  • Per fare un professionista, bisogna fare l’uomo;
  • Per fare l’uomo, bisogna amarlo indipendentemente dai suoi meriti;
  • Il costruire una storia con altre persone quale fonte della meraviglia autentica.