Cobra Kai


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg
INTERPRETI: William Zabka, Ralph Macchio, Xolo Maridueña, Mary Mouser, Tanner Buchanan
SCENEGGIATURA: Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg
PRODUZIONE: Overbrook Entertainment, Hurwitz & Schlossberg Productions, Sony Pictures Television
ANNO DI USCITA: 2018 – in corso
STAGIONI: 4 (40x22-37')
PRIMA MESSA IN ONDA: YouTube Premium
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: drammatico, adolescenziale

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: alcune scene di violenza, numerose scene con uso di alcolici, presenza diffusa di turpiloquio nei dialoghi

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

La serie riporta sullo schermo l’antica rivalità tra il “cattivo” Johnny Lawrence e l’allora giovane protagonista Daniel LaRusso, i noti protagonisti del primo episodio di Karate Kid. La vicenda è ambientata 34 anni dopo lo scontro avvenuto tra i due con la conseguente sconfitta di Johnny da parte di Daniel, che nel frattempo è diventato un ricco imprenditore, proprietario di numerosi saloni automobilistici della All Valley. Johnny, invece, da figlio di papà è diventato un fallito: ubriaco e senza un quattrino si arrabatta in lavoretti sporadici nelle case dei ricchi. La sua occasione di riscatto sembra arrivare quando Miguel, un ragazzo con pochi mezzi e bullizzato a scuola, viene aggredito da un gruppo di spacconi. Per Johnny è il momento di riscoprire la forza del karate e in un attimo mette fuori gioco il branco. Da qui l’idea di riaprire il Cobra Kai, la mitica scuola di karate di cui era il leader. Miguel sarà il suo primo allievo e la sua storia si intreccia fin da subito con quella di Sam, la dolce figlia di Daniel, che s’ingegnerà a proporre un’alternativa, un po’ per ripicca, un po’ per salvare i ragazzi.
Una serie dai forti contenuti educativi e dalle tematiche profonde, che offre numerosi spunti per il dialogo tra le generazioni. Cosa vuol dire che le scelte, o gli errori, dei padri ricadono sui figli? Come un maestro può essere un vero educatore o dimenticare la propria missione, e quindi il bene dei ragazzi, per puro orgoglio personale o spirito di competizione? Cos’è l’amicizia? E l’amore? Quali sono i valori per cui vale la pena spendere la vita e quali, invece, quelli che a un certo punto devo essere messi in secondo piano?

 

 

Approfondimento

Cobra Kai è essenzialmente una serie sulla paternità. La paternità perduta, la paternità mancata e, soprattutto, la paternità ritrovata. Ognuno dei protagonisti si confronta, suo malgrado, con l’eredità lasciatagli dal proprio padre e ognuno inconsapevolmente è alla ricerca di una figura paterna.

Le vicende dopo Karate Kid

Johnny è cresciuto con un patrigno che poteva dargli tutto meno che l’affetto e la stima, per questo ha creduto da giovane di trovare nel Sensei Kreese una figura paterna capace di ridargli coraggio. Peccato che il fondatore del Cobra Kai non abbia fatto altro che spingerlo alla violenza, rovinando così la sua intera esistenza e rendendolo incapace di essere padre a sua volta con il giovane e sventurato Robby, ragazzino abbandonato a sé stesso e in cerca di punti di riferimento. Anche Daniel, orfano di padre, aveva ritrovato in Myagi una figura genitoriale. Ma il maestro è morto da tempo e Daniel ora si destreggia tra un lavoro molto impegnativo, che alimenta il suo ego sconfinato, e l’educazione dei suoi due figli: Sam, sulla soglia dell’adolescenza, e un secondo figlio risucchiato dallo schermo dei video-giochi.
Con queste premesse è difficile che i ragazzi non siano un po’ disorientati. Miguel, figlio di madre single e accolto nel circolo dei nerd della scuola, ritrova coraggio nel rapporto con Johnny, che segue come un guru e ama come un padre. Con lui anche Johnny ritrova il coraggio di lottare e la voglia di vivere, insieme a un senso di responsabilità che non aveva mai sperimentato prima. D’altra parte è completamente incapace di essere presente per Robby, il figlio che non ha avuto nemmeno la forza di veder nascere. Anche Sam rappresenta un punto di vista interessante: ragazzina sostanzialmente viziata, ma cresciuta con solidi valori familiari, immersa nel difficile mondo del liceo. Il confronto tra l’educazione ricevuta e il nuovo ambiente è tutt’altro che pacifico, ma i genitori sempre presenti riusciranno in qualche modo a farle superare le diverse difficoltà.

Le contraddizioni delle due Vie

Lo specchio di questa continua ricerca dell’autorità paterna è la contrapposizione tra violenza e non violenza, tra due modi diversi di fare Karate, quello che non perdona e quello utilizzato solo per la difesa personale. Ma lo scontro tra le due visioni della vita non è raccontato in maniera forzata. Perché in fondo un po’ di aggressività talvolta può anche servire, contro alcune forme di prepotenza, e credere in sé stessi, diventare più forti, può non essere un male, se però non decade nella prepotenza senza ragioni. E’ questo il nuovo Cobra Kai che vorrebbe realizzare Johnny, impedito più volte da Kreese e denigrato da Daniel, che non crede nel possibile cambiamento. D’altra parte anche il suo Myagi Do, tanto sponsorizzato come luogo di pace interiore e meditazione, nasconde il suo desiderio di rivalsa e il suo enorme orgoglio.
I ragazzi saranno continuamente portati di fronte a queste diverse visioni del mondo, dovranno confrontarsi, accoglierle, talvolta prenderne le distanze o avere la forza di rifiutarle totalmente. I maestri, d’altra parte, sentono sulle loro spalle il peso delle loro scelte e dei loro grandi errori, e si rendono conto che devono fare un passo di maturità per amore dei propri allievi, ma non sempre saranno in grado di compierlo.

Nessuno è totalmente buono e nessuno è totalmente cattivo

In entrambe le stagioni si toccano inoltre numerosi temi caratteristici delle serie teen, come bullismo e cyberbullismo, gestione dei rapporti sentimentali e, – seppur in una breve scena totalmente sganciata dalla trama –  la relazione omosessuale.
La parte più accattivante della serie è da individuare nella continua coesistenza del bene e del male in ciascuno dei personaggi. Nessuno è totalmente buono e nessuno è totalmente cattivo: è questo che li rende interessanti e vicini allo spettatore, è questo che fa seguire la storia con interesse, che porta a riflettere e fa emergere numerosi spunti di riflessione soprattutto sul tema, sempre avvincente e attuale, dell’educazione.

 

Stagione 3

Sempre a cavallo tra effetto nostalgia anni ’80 e ritratto della generazione dei teenagers di oggi, la terza stagione di Cobra Kai – la prima prodotta interamente da Netflix – segue i due protagonisti in un percorso accidentato di continui screzi e riavvicinamenti. Si approfondisce il background di alcuni personaggi: John Kreese, che vediamo impegnato nella guerra in Vietnam, e Daniel, che ripercorre il passato del suo maestro Miyagi in un viaggio a Okinawa, mentre rispunta una vecchia conoscenza di Johnny e del suo rivale.
Rispetto alle prime due stagioni c’è in alcuni episodi un calo della tensione narrativa e si perdono un po’ le complesse dinamiche delle relazioni quasi paterne tra i ragazzi e i propri sensei, con l’evoluzione di alcuni personaggi – in particolare tra i più giovani – che risulta a volte poco giustificata. Ma Cobra Kai nel complesso si conferma un prodotto di buon livello e adatto a un pubblico familiare. L’episodio finale, uno dei migliori, mette le basi per una quarta stagione, già in produzione.

 

 

Stagione 4

Nella stagione 4 della fortunata serie Netflix si approfondiscono alcune delle tematiche affrontate nelle precedenti: in particolare le difficili relazioni adolescenziali (con episodi di bullismo che coinvolgono uno dei nuovi protagonisti) e i rapporti di paternità. La pratica del karate può essere un modo per difendersi da chi è arrogante e aggressivo, ma rischia poi di rivelarsi un boomerang portando a vendicarsi con violenza gratuita. E su questo la serie invita a riflettere con una continua inversione di ruoli tra vittima e aggressore.
Interessanti sono poi gli sviluppi nelle relazioni tra padri e figli, con Johnny Lawrence che si rivela sempre più determinante nella crescita di Sam, figlia di Daniel LaRusso, e nel suo affrancarsi dall’incombente figura paterna (anche se l’episodio 3 presenta qualche aspetto problematico in una scena dove i ragazzi vengono invitati a un salto nel vuoto non privo di rischi). È interessante anche l’evoluzione di Robbie, figlio di Johnny, che pare offrire uno spiraglio al padre quando ormai tutto sembrava perso, e d’altro canto, scopriamo che nemmeno Daniel sembra conoscere troppo bene il figlio Anthony, protagonista a scuola di alcuni episodi non proprio edificanti. Sul fronte degli antagonisti John Kreese ripesca un suo vecchio commilitone ed ex socio, Terry, e lo invita a unirsi a lui nel Cobra Kai, la scelta però si rivelerà non delle più felici. Lo si capirà meglio nella stagione 5, già annunciata.

 

Ilaria Giudici

Temi di discussione:

  • La famiglia come realtà positiva e di sostegno anche nelle situazioni più difficili, contrapposta all’assenza di stabilità famigliare, vista come negativa per la crescita personale;
  • L’importanza della paternità per gli adolescenti: vera paternità, falsa paternità;
  • Amicizia e Amore: gestione delle relazioni affettive negli adolescenti;
  • Responsabilità personali nel rapporto con gli altri: è giusto acquisire fiducia in sé stessi, senza mai prevaricare gli altri. La violenza non è mai una soluzione;
  • Sport competitivo e aggressivo in contrapposizione allo sport che favorisce l’acquisizione di valori positivi.