Avvocata Woo


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Kim Chul-yeon
INTERPRETI: Park Eun-bin, Kang Tae-oh, Kang Ki-young, Baek Ji-won, Ha Yoon-Kyung
SCENEGGIATURA: Moon Ji-won
PRODUZIONE: AStory, KT Studio Genie, Nangman Crew
ANNO DI USCITA: 2022
STAGIONI: 1 (16x64/82’)
PRIMA MESSA IN ONDA: ENA
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Netflix
GENERE: legal, dramedy coreano

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >14
Presenza di scene sensibili: qualche scena di violenza, una scena di suicidio.

CONSIGLIATO DA ORIENTASERIE

Woo-Young-woo è laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti, vive insieme al padre e ha una passione sfrenata per i cetacei e per il kimbap (una sorta di sushi coreano). Ha inoltre una serie di abitudini e piccole manie a cui non riesce proprio a rinunciare, come elencare una sfilza di palindromi ogni volta che deve presentarsi, contare fino a tre prima di mettere piede in una stanza e improvvisare alcuni passi di danza per riuscire a passare attraverso una porta girevole.
Sì, perché Woo-Young-woo è affetta da un disturbo dello spettro autistico. Le sue prime parole, pronunciate quando era già grandicella, sono state gli articoli di un vecchio manuale di diritto di suo padre. Grazie alla sua intelligenza e alle sue straordinarie capacità mnemoniche (o forse, come si scoprirà nel corso degli episodi, grazie a un segreto legato al suo passato), Woo-Young-woo riesce a farsi assumere presso uno dei più rinomati studi legali di Seul. Qui, nonostante tutte le sue difficoltà, dovrà imparare a relazionarsi a colleghi e superiori, ma anche a farsi valere in aula con i clienti, i giudici e gli avvocati della controparte.
Rimasta in vetta alla classifica delle serie più viste su Netflix per oltre un mese, Avvocata Woo è un ottimo mix di commedia e dramma, in cui la profondità degli argomenti trattati si combina a un tono poetico e talvolta fiabesco. Proprio questi elementi hanno contribuito a rendere la serie un successo internazionale, garantendole il rinnovo per una seconda stagione, un caso già accaduto con Squid Game, ma che rappresenta una rarità nel panorama della serialità coreana.

 

 

Approfondimento

Avvocata Woo è stata una delle sorprese estive di Netflix. La serie assomiglia, sotto molti aspetti, a The Good Doctor (remake americano di una serie anch’essa coreana): entrambe, infatti, hanno per protagonista una persona con un QI superiore alla media, ma affetta da disturbo dello spettro autistico, alle prese con il primo impiego professionale in un ambiente che si mostra a volte ostile e a volte amichevole.

Una struttura ben congeniata

Ogni episodio di Avvocata Woo mescola sapientemente linea verticale e orizzontale. La prima ruota attorno ai vari casi che Young-woo e i suoi colleghi devono affrontare quotidianamente, alcuni dei quali consentono di gettare uno sguardo all’interno della società sudcoreana (basti pensare all’episodio che ha per protagonista un’esule nordcoreana o a quello che affronta il tema del rigidissimo sistema educativo tipico di molti Paesi asiatici). Nella seconda, invece, assistiamo all’evoluzione dei rapporti di Young-Woo con i suoi colleghi. Inizialmente trattata con un misto di sospetto e condiscendenza, la ragazza riesce a guadagnarsi, giorno dopo giorno, la loro stima e la loro amicizia, nonostante il suo modo di fare strambo, l’incapacità di cogliere l’ironia e il fatto di prendere tutto estremamente alla lettera. Proprio le relazioni di Young-Woo (con il ragazzo che le piace, con la migliore amica, con il padre, con un’ex compagna di corso e ora collega) sono il cuore caldo della serie, che la rende adatta a tutta la famiglia (nonostante le difficoltà di vederla in lingua originale e sottotitolata).

Una rappresentazione realistica dell’autismo

La serie ha inoltre il merito di fornire una rappresentazione sincera – non edulcorata ma neppure esagerata – della malattia, grazie soprattutto all’ottima interpretazione dell’attrice protagonista e a una ricerca approfondita sulle caratteristiche dell’autismo. Proprio il tema della disabilità è affrontato in modo delicato e in ogni sua sfumatura: dalla necessità di faticare il doppio per riuscire a dimostrare le proprie doti, alle difficoltà – per coloro che soffrono di questo disturbo – di mostrarsi per come sono davvero; dai dubbi sulla propria capacità di amare e di essere amati alla fatica di saper riconoscere (e difendere) il proprio valore.
A questa solida struttura – che mescola riflessioni profonde e situazioni buffe e divertenti, scene di tensione e momenti da commedia romantica – si aggiunge la linea narrativa riguardante il mistero della mamma di Young-Woo, che ci accompagna per tutta questa prima stagione e avrà dei risvolti inaspettati. Una menzione particolare, infine, va ai disegni in stile “manga” che chiudono le puntate con una nota sognante e spesso commovente.

Cassandra Albani

Temi di discussione

  • Le difficoltà, per una persona affetta da disturbo dello spettro autistico, di comprendere le “regole” non dette su cui si basa la vita sociale;
  • La fatica di far valere le proprie capacità in un mondo che sovrastima la normalità;
  • La bellezza delle relazioni che si instaurano con cui è capace di andare in profondità e non fermarsi all’apparenza.