Le prime due stagioni di Un Professore hanno riscosso un buon successo tra il pubblico, tanto da garantire un rinnovo per una terza serie. La fiction, che è tratta da una serie catalana, pur presentandosi come un prodotto generalista, che ha visto il suo debutto su Rai Uno, strizza l’occhio al pubblico più giovane, catturato anche grazie alla pubblicazione su Netflix e RaiPlay. Come Mare fuori, che ha seguito un iter simile (dalla prima messa in onda su Rai Due, alle piattaforme streaming), la serie si distingue per la sua capacità di intrecciare efficacemente le trame degli adulti con quelle dei giovani.
Il protagonista, come suggerisce il titolo, è un professore, Dante Balestra, interpretato da Alessandro Gassman. Dante insegna filosofia in un liceo romano, e tra i suoi studenti c’è anche il figlio Simone (interpretato da Nicolas Maupas, ormai volto noto di molte fiction recenti, da Mare Fuori a Noi siamo leggenda), con cui ha un rapporto complicato. Mentre gli altri studenti lo adorano, Simone non gli perdona di essere stato assente dopo la separazione dalla madre.), con cui ha un rapporto complicato. Mentre gli altri studenti lo adorano, Simone non gli perdona di essere stato assente dopo la separazione dalla madre.
La serie è incentrata soprattutto sulle trame dei ragazzi, alle prese con le difficoltà della scuola, i primi amori (compresa la scoperta della propria identità sessuale), e le cattive compagnie… Non manca però una linea più personale che riguarda Dante, stretto tra l’ex moglie Floriana (Christiane Filangieri) e Anita, madre di Manuel, il suo studente più scapestrato. Anita, interpretata da Claudia Pandolfi, è una mamma single, genuina, ma dalla vita piuttosto complicata. Si arrabatta tra un lavoro e l’altro per mettere insieme i soldi per l’affitto ogni mese e Manuel, nel tentativo di essere utile, finisce per mettersi nei guai. Neanche a dirlo, ad accorgersene, sarà proprio Dante…
La forza della serie risiede proprio nel personaggio di Dante, il tipo di professore che ogni studente vorrebbe avere perché non si limita a passare nozioni, ma “vede” gli studenti, li ascolta, li comprende, è lì per loro.
Dante si distingue così come una figura adulta empatica e carismatica, che utilizza la filosofia non solo come materia di insegnamento, ma come strumento per affrontare e risolvere problemi della vita reale. Non a caso, ogni episodio prende il titolo proprio dal nome di un filosofo che poi Dante spiega e affronta a lezione e che tematicamente permea la puntata.
Nonostante i suoi difetti personali e uno stile di insegnamento non convenzionale che fa storcere il naso ai suoi colleghi più tradizionalisti, l’uomo dimostra un impegno profondo verso i suoi ragazzi, trattandoli come individui capaci di pensiero critico e di crescita personale. Sebbene a volte commetta degli errori, è sempre mosso da buone intenzioni e la sua umanità gli fa oltrepassare i confini del tradizionale rapporto professore-studente, rendendolo un vero mentore in grado di comprendere e valorizzare i suoi studenti, che non sono solo un numero o un voto sul registro. Al di là delle figure genitoriali, mancano spesso all’interno delle serie rivolte ai più giovani insegnanti significativi, “mentori” positivi in grado di sostenere i ragazzi. Del resto, anche se può sembrare paradossale, la scuola è spesso una grande assente di questo tipo di narrazioni, oppure funge solo da contesto sociale.
Affascinante ma imperfetto, capace di prendersi cura degli altri, ma meno di sé stesso, a livello personale Dante ha collezionato diversi fallimenti, dovuti per lo più alla sua ostinazione e mancanza di trasparenza. I segreti sono un tema ricorrente nella serie; tutti i personaggi sembrano nascondere qualcosa a chi amano, motivati dalla paura di deludere o dalla preoccupazione eccessiva di perdere la fiducia dei propri cari. Se questo può essere giustificato agli adolescenti, che stanno cercando di capire come navigare nelle acque impetuose della vita, è un po’ meno perdonabile agli adulti che – per quanto umani e quindi sempre perfettibili – “predicano bene, ma razzolano male”, con difficoltà ad aprirsi e a essere sinceri.
La serie prende la strada della contemporaneità affrontando temi vari anche difficili, tra cui l’essere mamma single (lo è stata Anita, ma capita anche a una studentessa…), la scoperta della propria identità sessuale, le difficoltà economiche, gli amori impossibili e “sbagliati”, la violenza di genere, la disabilità, i giri loschi nei quali i giovani alla ricerca di “soldi facili” possono cadere, ma anche l’importanza di affrontare il proprio passato, l’esperienza della perdita e della malattia.
La linea dell’amore omosessuale è dominante, tanto da avere generato un acceso dibattito anche sui social. In particolare, ci sono state polemiche sul fatto che nella prima stagione, a differenza della serie originale – dove i due ragazzi protagonisti arrivano a consumare un rapporto sessuale – Simone e Manuel (definiti dal fandom online anche come i “Simuel”, per indicare la coppia) si baciano solamente e Manuel sembra poi pentirsi, dichiarando la sua preferenza per le ragazze. Nonostante questa scelta, il messaggio chiaro della serie è l’equiparazione dell’amore omosessuale a quello eterosessuale. Nella seconda stagione, entra in scena un terzo ragazzo, che sconvolge gli equilibri tra i due, aprendo a una nuova linea narrativa sentimentale, che questa volta viene mostrata più esplicitamente.
Gassman e Pandolfi sono perfetti nei loro ruoli, anche se non tutti i giovani attori riescono a mantenere lo stesso standard. Alcuni momenti della trama possono sembrare poco credibili e la rappresentazione dei rapporti sentimentali tende a essere in generale un po’ superficiale. Tuttavia, nonostante questi elementi, la serie si rivela complessivamente coinvolgente e godibile.
Eleonora Fornasari
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