Gli anelli del potere


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: J. D. Payne, Patrick McKay, basata sui romanzi di J.R.R. Tolkien.
INTERPRETI: Morfydd Clark, Robert Amarayo, Charles Edwards, Ismael Cruz Cordova, Owain Arthur, Maxim Baldry
SCENEGGIATURA: J.D. Payne, Patrick McKay
PRODUZIONE: Amazon Prime Video
ANNO DI USCITA: 2022-in corso
STAGIONI: 1 (8x65’)
PRIMA MESSA IN ONDA: Amazon Prime Video
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Amazon Prime Video
GENERE: fantasy, azione

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): per tutti
Presenza di scene sensibili: alcune scene di tensione e violenza, nei limiti del genere.

Millenni prima della fondazione della Compagnia dell’Anello, e più precisamente nella Seconda era del mondo creato da J.R.R. Tolkien, inizia la storia di questa ambiziosa serie, che prevede altre cinque stagioni nel mondo del Signore degli Anelli.
Diversi personaggi vengono presentati nel corso delle puntate, ma protagonista assoluta di questa prima stagione è Galadriel, che nella saga cinematografica conosciamo come la Dama Bianca di Lorien.
La vediamo inizialmente  bambina, durante la Prima era, quando il malvagio Morgoth non aveva ancora gettato alcuna ombra su Ea, il mondo tolkeniano. Allora esisteva unicamente il Bene, e sarà solo l’avanzata dell’Oscuro Signore a costringere gli Elfi ad abbandonare la terra promessa di Valinor, per superare il Grande Mare e affrontare le sue armate di orchi ad Arda, la regione conosciuta anche come Terra di Mezzo. Durante il conflitto, Galadriel perde l’amato fratello Finrod, ucciso dal luogotenente di Morgoth: lo stregone Sauron.
Per questo motivo, nonostante la sconfitta di Morgoth, Galadriel continua per millenni a seguire le tracce di Sauron per tutta la Terra di Mezzo, convinta che il Male non sia scomparso, ma che stia solamente attendendo il momento giusto per riprendere il potere. Questa sua crociata non viene però compresa dai suoi simili: Galadriel non riceverà la benedizione di Gil-Galad, l’Alto Re che governa il regno di Lindon, avamposto elfico nella Terra di Mezzo.
Questa la trama principale della serie Amazon, adatta a tutta la famiglia: i temi sono quelli dell’epopea tolkeniana, dalla ricerca del Bene nonostante l’avanzare del Male all’unione dei popoli al di là di razze e provenienze. Qualche scena di battaglia e le brutte facce degli orchi non dovrebbero creare disturbo neanche ai più piccoli.
Nel corso degli episodi, oltre a Galadriel altri personaggi entrano in gioco: alcuni di essi sono presenti anche nel Silmarillion e nei Racconti incompiuti, i prequel scritti da Tolkien e pubblicati postumi a cura del figlio Cristopher tra il 1977 e il 1980; altri invece sono stati creati appositamente per la serie, come l’elfo silvano Arondir, innamorato dell’umana Bronwyn.

 

 

Approfondimento 

Nonostante la critica sia molta divisa a riguardo, la serie Gli Anelli del Potere è all’altezza dei fasti della saga cinematografica di Peter Jackson. Non era affatto scontato, soprattutto a livello filologico: Amazon si è accaparrata i diritti del Signore degli Anelli, ma non del Silmarillion e dei Racconti incompiuti, le opere antecedenti la trilogia che narrano proprio gli avvenimenti della Seconda era, il periodo dove si dipanano le vicende della serie Gli Anelli del Potere.

Una genesi complessa

Gli autori sono riusciti a raccontare una storia tratta da un libro senza poterne utilizzare i nomi di luoghi e personaggi, né trasporre direttamente le vicende, soprattutto quella inerente alla forgiatura degli Anelli del Potere, da cui prende il nome la serie. Eppure, la trama funziona: appassiona i profani e appaga i fan della prima ora della saga tolkeniana, anche grazie a una scenografia e dei costumi all’altezza dei film di Jackson. Il risultato è una serie che può davvero far tornare ad appassionare gli amanti del genere e portare nel leggendario mondo tolkeniano i neofiti.

Il confronto con House of the Dragon

Il confronto con la serie HBO House of the Dragon, simile per genere e quasi contemporanea come data di uscita, è d’obbligo. Gli Anelli del Potere non si siede su un universo già esistente, né tenta di crearne uno nuovo, piuttosto lo rispetta e lo amplia, anche rischiando, aggiungendo protagonisti non propriamente nei canoni tolkeniani. Ma finché i personaggi sono funzionali alla trama, non c’è tradizione che tenga. Ecco che la futura regina dei nani può essere benissimo di colore: in fondo chi ha mai visto il volto di una principessa dei nani? Ma non è il colore della sua pelle a definirla: sono il suo saggio consiglio al consorte, la sua simpatia e la sua esuberanza a dare senso alla sua presenza nella storia.
Rispetto a House of the Dragon, insomma, Gli Anelli del Potere osa di più, prendendo anche scelte capaci di indignare i filologi tolkeniani più fedeli. Ma non l’ha fatto “solo” per stupire il pubblico: ogni plot-twist, ogni decisione è volta ad alzare la posta in gioco. Per ragion di trama e non di fan service.

Claudio F. Benedetti

Temi di discussione

  • La ricerca del Bene;
  • L’unione (dei popoli) fa la forza;
  • Affrontare l’ignoto senza temerlo.