Hanno ucciso l’Uomo Ragno: la leggendaria storia degli 883


Qualità generale:
Qualità educativa:


IDEATORE: Francesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone, Sydney Sibilia
INTERPRETI: Elia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggioli, Ludovica Barbarito, Davide Calgaro
SCENEGGIATURA: Sydney Sibilia, Chiara Laudani, Francesco Agostini, Giorgio Nerone
PRODUZIONE: Sky Studios, Groenlandia
ANNO DI USCITA: 2024
STAGIONI: 1 (8x50’)
PRIMA MESSA IN ONDA: Sky
DOVE SI PUÒ VEDERE ORA: Sky, Now TV
GENERE: commedia, biografico, musicale

Età cui è rivolta la serie (secondo noi): >12
Presenza di scene sensibili: lessico talvolta scurrile, qualche accenno all’uso di stupefacenti.

Pavia, anni Novanta. Massimo “Max” Pezzali ha appena vissuto una delle peggiori tragedie nella vita di un’adolescente: è stato bocciato all’ultimo anno di liceo. Dopo un’estate trascorsa ad aiutare i genitori nel loro negozio di fiori, tra consegne e servizi funebri, e una sbandata per una delle ragazze più carine della città, Max cambia scuola. Qui conosce il suo nuovo compagno di banco, Mauro Repetto. I due condividono una grande passione – la musica – e insieme daranno origine a una delle band italiane più famose, gli 883.
Scritto e diretto da Sydney Sibilia – regista della trilogia Smetto quando voglio e di Mixed by Erry la serie è un racconto di formazione fresco e divertente, capace di riunire davanti allo schermo più generazioni, esattamente come le canzoni degli 883 continuano a fare ancora oggi.

 

 

Approfondimento 

 

La Pavia degli anni ’90 è una provincia sonnacchiosa in cui la vita si muove lenta tra bar, negozi di quartiere e passeggiate sul lungofiume. Non certo l’ambiente più stimolante per un diciottenne che sogna l’America, che ascolta il rock e il punk di star internazionali e che sogna una grande storia d’amore con Silvia, la quale però – dopo una serata in motorino e un bacio fugace – è partita per trascorrere le vacanze a Palinuro. È stata Silvia a dare a Max la spintarella che gli serve per passare dall’ascoltare musica a tentare di farla in prima persona, ma sarà l’incontro con Mauro Repetto a cambiare tutto.
Mauro, con la sua cascata di riccioli biondi, è un entusiasta, che non accetta “no” e trascina il povero Max nei suoi folli piani, prima per cercare di convincere un dj americano a sentire una sua cassetta, poi per partecipare a una trasmissione televisiva condotta da un Jovanotti in erba a Milano. Se Max appare fin da subito il più talentuoso della coppia, è Mauro a prendere molte decisioni importanti e a spingere l’amico a uscire dalla sua comfort zone. Ed è proprio l’amicizia tra i due il perno del racconto, l’amicizia tra due ragazzi “come tanti” che – con un po’ di talento, un po’ di sana incoscienza e tanta fortuna – riescono a sfuggire alla mediocrità che sembra essere il destino ineluttabile di tanti loro coetanei, i cui sogni verranno lentamente uccisi (proprio come l’Uomo Ragno) dal carico di responsabilità e impegni che il fatto stesso di diventare adulti porta con sé.
Ma l’amicizia tra Max e Mauro non è l’unico rapporto positivo narrato nella serie. C’è infatti quello tra Max e Silvia – dapprima ideale irraggiungibile, poi amica che potrebbe diventare, forse, qualcosa di più; c’è quello di lunga data con Cisco (poi protagonista di tante canzoni degli 883), l’amico sboccato e un po’ cialtrone, ma tra i primi a credere nelle potenzialità del duo; c’è quello con Pier Paolo, futuro produttore e manager degli 883, che li consiglia e li supporta nel difficile passaggio da un’adolescenza qualunque a un futuro come star del pop; c’è quello tra Max e i suoi genitori, che non realizzano mai fino in fondo cosa stia combinando il figlio, ma sono sempre lì, pronti ad accoglierlo quanto torna a casa.
La serie racconta il periodo che va dalla fine degli anni ’80 al 1992, anno in cui gli 883 tengono il concerto di chiusura della stagione estiva dell’Aquafan di Riccione, che li consacra come astri nascenti della musica italiana. Gli spettatori non possono fare a meno di volere bene e di tifare per i due protagonisti, che sognano di fare musica come i loro idoli d’oltreoceano, ma a cui, in fondo, il successo fa un po’ paura; che aspirano a farsi riconoscere dalla cassiera del supermercato locale ma si dimenticano di firmare un contratto e di farsi corrispondere i loro utili; che vestono abiti improbabili per darsi un look internazionale, ma poi sono talmente impacciati da risultare “impresentabili” persino sulla copertina del loro primo disco.
Se la serie ha riscosso un tale successo presso un pubblico così variegato (al momento risulta infatti il prodotto originale Sky più visto degli ultimi otto anni), il merito va cercato in una storia pulita, senza eccessi o picchi drammatici ma comunque capace di emozionare, in una scrittura che abbonda di ironia senza risultare mai superficiale e nella presenza di temi universali, come la paura di non farcela, il desiderio di riscatto e la voglia di trovare la propria voce. Il tutto venato di nostalgia e affetto per gli anni ‘90, per la loro musica, i loro vestiti, i loro device apparentemente così complessi eppure così immediati, capaci di tenere chiusi due ragazzi in una tavernetta a fare musica per interi pomeriggi. Un’epoca in cui insomma – con i social di là da venire e in cui persino i cellulari erano un lusso per pochi – gli amici si incontravano al bar o nelle sale giochi e il rapporto tra idoli e fan si costruiva ancora dai palchi.

Cassandra Albani

 

Temi di discussione:

  • L’amicizia vera, che unisce nonostante le differenze e dà la spinta per compiere grandi cose.
  • Il desiderio dei giovani di trovare la propria voce e di dire qualcosa, uscendo da un contesto polveroso e a tratti soffocante.
  • La capacità di cogliere al volo le occasioni e di fare tesoro dei fallimenti, imparando da essi senza farsene schiacciare.